Una battaglia che vide morire 6.500 soldati italiani, la maggior parte provenienti della divisione Acqui che furono giustiziati tramite fucilazione dai soldati della divisione tedesca Wehrmacht.

Venturi sviluppa il proprio romanzo su un doppio piano temporale unito dall'isola di Cefalonia, d'alcuni personaggio come per esempio Caterina Pariotis o Pasquale Lacerba e dalla guerra. Una guerra che dal lettore viene vissuta e ricordata allo stesso tempo. L'autore infatti, narra della ricerca da parte di un Italiano, figlio di uno dei comandanti morti sull'isola durante la guerra, degli ultimi luoghi visti e vissuti da quel padre che non ha mai conosciuto. Un figlio che attraverso questo viaggio conosce un padre che la guerra gli ha portato via e che lui aveva mitizzato.

Alla sua ricerca si sviluppa, in un altro livello temporale e grazie anche a numerosi flashback, gli ultimi periodi vissuti dal comandante Aldo Puglisi (padre del figlio citato sopra) e della battaglia che vide per 8 giorni scontrarsi sul suolo di Cefalonia l'esercito Italiano con quello Tedesco, e che fu spettatore della disfatta del primo.

Venturi abilmente riesce ad unire presente e passato e sonda attraverso i propri personaggi il "perché" di una delle pagine più nere della storia del genere umano.

Al resoconto storico, l'autore, intreccia il dramma della guerra, il peso del ricordo, la sottile linea che vi è fra essere un vincitore e un vinto, dal portare una divisa e l'essere un burattino e fra la vita e la morte.

Un Romanzo che non miticizza i propri personaggi ma che gli rende eroi attraverso il loro essere uomini, attraverso la stanchezza della guerra, la ricerca dell'amore da parte di qualcun'altro per non sentirsi ancora più soli in terra straniera e (per quanto riguarda il foglio di Aldo Puglisi) la paura del ricordo. Tutto ciò ambientato in un isola che sebbene sia andata avanti nella storia da quell'eccidio ha ancora molto da raccontare di esso.