Equilibri, equilibrio... Equilibrista!

Silenzio.
I rapporti si rompono nella mancanza di rumore.
Il casino che segue dopo, è tutta un altra storia. Il suono delle urla, dei pianti, delle telefonate interrotte dal rumore della cornetta che sbatte è tutta un altra roba. Quello è quando le cose sono già andate in frantumi e si lotta per metterle apposto, per difendersi o per la sorpresa che tutto si è sfacciato e noi non accorgendoci abbiamo camminato sopra i cocci rotti.
Ci si incontra, scontra e a un certo punto si arriva a difendersi.
Che i rapporti con le persone sono complicati.
Sono complicati perché ognuno si porta dietro le proprie ferite, i propri modi di vedere il mondo e di sentire la vita. Una storia che ci ha formati, modellati, cambiati. Una storia che non sempre gli altri possono capire, accettare o sopportare.
Per quanto si possa essere persone piene di raziocinio e sangue freddo, siamo pur sempre animali.
Il primo istinto è quello della sopravvivenza.
Ci difendiamo, aggrediamo o ci ritiriamo per salvarci.
Lecchiamo le ferite più recondite e proteggiamo quelle vecchie.
Ciò che ci ha fatto male una volta, ce ne può rifare un altra volta.
Impariamo a proteggerci come possiamo, ignorando le linee sottili fra il male e il bene, il giusto e il sbagliato, il morale e l'amorale.
Ognuno si difende a suo modo. Ognuno ferisce l'altro a suo modo e ferisce se stesso.
È tutta una questione di equilibrio, di ferite che si incastrano con quelle dell'altro. Di passati che si incontrano e non si scuotono, ma si sfiorano.
Un equilibrio fra quella linea che separa il "me" dal "te".
L'amarsi e l'amare. Il chiedere spiegazioni e il distruggere. Il capirsi e capire.
Il sapere quando salvarsi e quando rimanere senza farsi troppo male.
Si, è tutta una questione di equilibrio.
Di sapere quando le cose possono essere aggiustate e di quando, invece, non si può fare altro che guardarne i cocci a terra, raccoglierli e poi andare oltre.
È questione di porte che si sbattano in faccia, e di altre che si aprano. Di tempo speso investendolo e altro speso perdendolo.
Che ognuno fa quel che può per uscire vivo. Che dove fai male tu, è lo stesso posto dove un altra persona ha già colpito, affondato e annientato.
Creiamo muri, tane, linee, eserciti o armi spirituali per salvarci.
Che per quanto faccia male, c'è sempre una piccola dannata parte che dice di riprovarci.
Si, è tutta una questione di equilibrio!



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4 commenti

  1. Già. Ci disperiamo. Ci autodistruggiamo e distruggiamo. Ma la speranza che tutto possa tornare come prima, la speranza di riuscire a sistemare le cose, quella rimane sempre. O perlomeno, rimane fino a quando non sopraggiunge qualcun'altro nella nostra vita.
    L'equilibrio è fondamentale. Per non uscire dal seminato. Per capire cosa è giusto e cosa è sbagliato, per "me" e per "te". Per mettere in luce cosa davvero ci fa stare bene.

    Bello questo post!

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    1. Grazie mille! Già, il problema è che avere equilibrio non è facilissimo, ma di certo si impara! :) un bacio

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  2. Sono d'accordo, è veramente tutto precario. Tutto si muove su un filo teso. E il confine tra l'esserci e il perdere è talmente sottile da non essere visibile il più delle volte. E, quindi, poi ci si sbaglia.

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    1. Esatto, che poi però dipende il momento nel quale ci si accorge dello sbaglio...Quanto lo sbaglio ci ferisca o ci spaventi! Un bacio

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