"Sospesa, fra i campi di gravità"

(Cit. Sospesa - Noemi)

Sospesa nella vita che abito, che tento di arredare. Mentre scelgo dove appendere i ricordi, in che angolo posizionare i sogni e che luogo adibire al futuro.
Sospesa in questo casino che è piaciuto. Che mi è piaciuto.
In una stanza disordinata come l'interno di una trincea dove il rosa delle pareti si mescola al sangue delle ferite invisibili e dei punti che i sogni gli hanno messo.
Con quei libri che mi porto nel cuore, che hanno quelle parole nere d'inchiostro che scorrono veloci attraverso le vene. I miei libri che hanno le pagine consumate dalle mie dita.
La mia coperta che l'ho da quando sono nata, che una volta era di mia sorella e che lei mi ha lasciato anche se ora ha dei figli e per loro sarebbe perfetta. Che "S" non è più "S" perché è voluta crescere troppo in fretta e si ferisce con la mia vita. E io mi uccido con la sua. Ogni tanto la guardo e penso che quello che ha lei io non l'avrò mai. Che quello che ha mia madre io non lo vivrò mai. Allora, vorrei tornare a quando avevo 16 anni e baciarlo. Scoprire che si prova a passare la vita con il tuo vero primo amore. Sapere che si prova a guardare un bambino che assomiglia a te e a lui. Di guardare le foto da ragazzo di lui e ricordarti che tu l'hai visto così, l'hai vissuto così e che è diventato un uomo anche grazie a te.
Sospesa nelle scelte fatte.
Che stanotte ho sognato di essere ancora al liceo. E mi manca. Mi mancano dei compiti precisi. L'odore freddo che si prova la mattina davanti alla scuola quando sai di avere un compito alla seconda ora e pensi di non sapere nulla. Mi manca il professore di matematica che fra i numeri aveva capito tutto della vita. E il professore di filosofia che ancora cerca qualcosa, e mi ha insegnato a cercarlo anche a me.
La nostalgia che si prova nel pensare a quando si potevano incolpare gli altri per i propri errori.
Che in camera ho questa foto dove sono una bambina e scrivo con la macchina da scrivere, sorridendo. Sin da bambina avevo la dannata sensazione che si scrivesse non per vivere ma per sopravvivere. Mi chiedo perché non abbia scelto lettere o filosofia all'università? E allora non capisco più se i miei sogni gli abbia scelti davvero io, o sono solo una risposta a quello che mi circonda.
Sospesa fra l'essere l'amore di papà e il suo più grande incubo. Fra il volere una famiglia e il pensare di non voler nessun impegno. Fra una valigia e delle catene.
Le mancanza che si fanno spazio e si prendono le stanze che più mi piacciono. Fuori c'è il sole e l'aria è fresca. È domenica, forse oggi non è il giorno adatto per arredare.

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