"Schegge di Me" di Mafi Tahereh

Lettori Very Superficial, sono tornata! Lo scorso Lunedì abbiamo saltato il nostro appuntamento, ma ora eccoci qui, più carichi che mai!
Oggi, vi parlo di "Schegge di Me" di Mafi Tahereh, tradotto da M. Martucci, pubblicato da Rizzoli.


"Io ho una maledizione. Io ho un dono."

Juliette è nata con un dono, che per lei non è altro che una maledizione. Un dono che l'ha fatta rinchiudere per 264 giorni in un cella lontano da ogni contatto umano e con il mondo. Un dono che vede Juliette succhiare via la vita delle persone solo attraverso il suo tocco. Un giorno con lei nella sua cella, viene rinchiuso anche Adam. Inizia un faticoso tentativo da parte di Juliette di tenere lontano da lei il suo compagno di cella, onde evitare di fargli del male. Ma una notte, mentre lei è presa dagli incubi Adam la tocca per tranquillizzarla, e contro ogni logica riesce a sopravvivere al tocco. Si, perché questo ragazzo capitato nella cella di Juliette è immune al suo tocco. E se, Adam non fosse capitato per caso nella sua cella? E se, la "maledizione" di Juliette invece di essere una sciagura fosse un dono in grado di cambiare ogni cosa?
"Schegge di me" è un libro che trovo difficile da recensire, visto che non ho ancora ben chiaro se mi sia piaciuto o no.
La scrittura di Mafi Tahereh è semplice, concisa e scorrevole. I personaggi sono ben descritti e la trama segue alla perfezione il filone dei libri distopici. C'è una società futuristica dettata da un regime dittatoriale, ci sono dei ribelli, ci sono due ragazzi che si incontrano e scontrano e infine, c'è un super cattivo. Il problema è che nulla di ciò è realmente approfondito nel profondo. Si, ci sono certi punti della narrazione realmente belli e toccanti, ma sono veramente pochi e sporadici in un libro di 365 pagine.
Juliette è un personaggio che ho trovato un po ibrido, leggermente scopiazzato da altri libri. Anche se, devo dire che alla fine non è un personaggio pessimo. Mi è piaciuto molto come la scrittrice ha affrontato il dono/maledizione di Juliette e il suo modo di percepirlo e di viverlo. L'autrice è riuscita ha far capire come la solitudine della protagonista sia dato non tanto dalla sua reclusione in una cella, ma dalla sua impossibilità di ricevere un tocco. Un contatto con un altra persona, quel momento che ti fa sentire amata, sfiorata, cambiata, sentita. Juliette è sola, perché il suo corpo è in grado di uccidere il prossimo. è sola perché non può nascondersi, trovarsi e vedersi amata attraverso il corpo di qualcun'altro.
Adam è il classico protagonista maschile di un qualsiasi libro che prevede una storia d'amore. Tenebroso, premuroso, bastardo quanto basta, inguaribile romantico e chi più ne ha, più ne metta.
Gli altri personaggi del libro seguono perfettamente i classici stereotipi triti e ritriti.
Insomma, "Schegge di me" è un libro senza infamia ne lode. Ideale se ci si vuole rilassare attraverso un libro.

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