"Kiss me hard before you go... I got the summertime sadness"

Era sempre lo stesso sogno. Potevo salvarti, ci arrivavo così vicino da riuscire quasi a toccarti, ma poi sbagliavo e la macchina si schiantava e ti perdevo per sempre, ancora una volta e pregavo che fosse l'ultima. Mi svegliavo sudata in lacrime, con il cuore a mille e la tua voce che risuonava nelle orecchie e il tuo volto davanti agli occhi. Sono passati 9 anni, e per la prima volta, il giorno di quella fatidica notte non ti ho sognato. E il vuoto che è come una voragine, si è fatto ancora più grande.

Non importa quanto tempo passi, tu manchi ogni singolo anno, mese, giorno, ora, minuto e secondo. 
Si impara solo ad andare avanti, a fingere che la voragine in petto non faccia poi così male. 
Si impara a convivere con la mancanza, con il vuoto e con i tuoi 24 anni congelati, fermi a 9 anni fa. All'inizio si sopravvive e poi piano, piano si impara a vivere sapendo che tu non ci sei più. Si, sopravvive anche al senso di colpa. Quello che ti scava dentro, perché non ricordo più così chiaramente i lineamente del tuo volto così simile al mio, della tua voce e di ciò che eri. 
Poi, svanisci dagli incubi e a questo devo imparare a sopravvivere. Perché almeno li, per quanto doloroso ti avevo al mio fianco ancora una volta. 
Conservo nel mio cuore i tuoi 24 anni e tutta la vita che mi hai dato, passato e regalato. 
I tuoi racconti su Marika che erano meglio di quelli delle favole. Che era fatto di baci, di nottate in bianco e di litigate al telefono. Ma che tu mi dicevi sempre che da grande avrei dovuto vivere una cosa simile. E io allora non capivo, volevo solo che continuassi a parlarmi di lei per sentirmi grande. 
Le volte che sei rincasato prima dalla discoteca per guardare un cartone animato con me, lasciando tutti i tuoi amici e perfino tua sorella. Tutto il bene che mi hai fatto. Tutte le volte che mi ripetevi che io non ero solo tua cugina, ma una sorella. Le risate di prima mattina e il mangiare i budini bruciati della Manu solo per farla felice, perché è questo quello che si fa per le persone che si amano. Le cassette con la tua musica e il tuo piede sull'accelleratore. Gli abbracci e tutto ciò che mi avevi promesso e dedicato. 
È stato tutto questo e molto altro ad avermi fatto imparare a sopravvivere, vivere e convivere con la tua scomparsa. 
Vorrei che tu fossi qui con me. Vorrei vedere la persona che saresti, e vorrei farti vedere la persona che sono diventata. Vorrei ascoltare le tue storie. Vedere se alla fine Marika l'avresti sposata veramente. Parlarti delle mie notti imbianco, delle mie litigate e dei miei baci. Vorrei averti qui e basta.
Sei nel cuore e sei anche oltre il dolore. 
L'unica cosa che conta è che nessuno ti ha dimenticato. Si, se potessi ti direi di non preoccuparti che sto bene, me la sto cavando e che la rabbia è passata e il dolore è sopportabile. Che mi mancherai sempre e comunque, ma che anche se non sei più qui non vuol dire che io ti ami di meno. Che sei il migliore sempre e comunque. Che mi fido di te. Ma soprattutto, ti voglio bene mio grande pezzo di cuore, cugino, fratello, amico.

"Se stai come me 
guarda verso il cielo 
anche se manca il respiro 

se sei come me 
puoi ripartire da zero 
e fare a pugni col destino..."
(Cit. "Sei come Me" - Grido ft Laura Bono)

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5 commenti

  1. le cicatrici hanno lo strano potere di ricordarci che il passato è reale.

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  2. quello che hai scritto e l'affetto che provi ancora per questa persona è davvero bello e toccante.

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  3. quando una persona che amiamo non c'è più quello che ci rimane è l'affetto e l'amore che proviamo per essa...ed è questo a tenerla in vita nel nostra cuore... le tue parole mi hanno toccato nel vivo e hanno ridestato in me certi ricordi... un abbraccio...

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