La rivoluzione secondo me!

Ho sempre voluto fare la rivoluzione, quando ero piccola dicevo che da grande sarei stata una giornalista e avrei sconfitto la mafia, oppure un avvocato ambientalista e avrei salvato il mondo. Avevo grandi pretese, grandi idee di giustizia, un alto senso civico, tanta voglia di sconfiggere il male. Con le parole, perché non ti parlavo di guerre e di distruzione, ma di parole e di azioni.
Sono sempre stata così: pronta a gridare e a combattere per ciò che ritenessi giusto. Guardavo i documentari dove la gente scendeva in piazza con gli occhi luccicanti e detestavo le lotte armate e le manganellate, così come la gente che invece di protestare distruggeva e basta.
Poi ho scelto di fare quello che faccio, perché ognuno sceglie di fare la rivoluzione a proprio modo. La mia è contro il dolore, contro la solitudine, l'abbandono, il razzismo, le differenze sociali che finiscono per discriminare. Sono per il diritto di cura per tutti a prescindere da chi si abbia davanti. Sto dalla parte della vita; e come infermiera o futura tale sono ancor di più dalla parte di quelle vite malate, indifese, storpiate, sofferenti, offese.
Ma sono profondamente convinta che la rivoluzione sia ovunque, possa esservi in qualsiasi cosa facciamo purché venga fatta nel rispetto del prossimo e della vita.
La rivoluzione la fa chi non ha da mangiare ma nonostante tutto sceglie di non rubare. Chi lotta per i propri diritti, senza però passare sopra il diritto del prossimo.
La rivoluzione la fa chi ogni mattina si sveglia e fa tutto ciò che gli è possibile fare per essere una persona onesta con se stessa e il prossimo.
La rivoluzione la fa chi non sceglie appositamente di fare del male al prossimo e quando ne fa sa chiedere "scusa" anche se fa male, anche se ciò avrà delle conseguenze.
La rivoluzione la fa chi ha degli ideali e morirebbe per essi e combatte per essi.
La rivoluzione la fa chi non risponde alla violenza con la violenza, al male con il male, all'ingiustizia con un altra ingiustizia anche quando sarebbe umano e impulsivo farlo.
La rivoluziona la fa una madre ogni volta che difende proprio figlio e prova a dargli il meglio di se e di ciò che ha intorno.
La rivoluzione la fanno tutti quelli come Katrina (la donna tedesca soppravvisuta all'attentato a Sousse) che dicono di "No, che non hanno paura!" ai terroristi, rivendicano il loro diritto ad essere vivi e commemorando chi invece a differenza loro non ce l'ha fatta.
La rivoluzione la fa una donna che ha subito una violenza e che nonostante quella trova il coraggio di rifare l'amore, di sentirsi ancora una volta bella,di riprendere in mano la propria vita.
La rivoluzione la fa chi difende uno sconosciuto che sta subendo un qualche abuso.
La rivoluzione la fanno quelli che non rimangono indifferenti, che riescono ancora a sentire e provare sulla propria pelle il torto provato da un altro.
La rivoluzione la fanno quelli che si sforzano di comprare i prodotti equosolidali ed equosostenibili. La rivoluzione la fa chi addotta un bambino, e chi invece si prende cura al meglio del proprio.
La rivoluzione la fa chi oltre a difendere i propri diritti civili, etici e morali è pronto a difendere anche quelli degli altri anche quando i propri diritti sono garantiti.
La rivoluzione la fanno quelli che hanno il coraggio di amare anche quando gli dicono che è sbagliato o che è peccato.
La rivoluzione la fanno i miei pazienti che lottano contro le loro paure, la sofferenza e la malattia.
La rivoluzione la fanno quelli che lottano contro la pena di morte perché trovano che sia illegale ripagare la perdita di una vita, con la morte di un altra vita per quanto immonda e orribile.
La rivoluzione la fanno quelli che sanno che c'è il male ma che cercano in ogni modo di non sporcarsi con esso.
La rivoluzione la fa chi va a manifestare e invece di usare motolov e bombole spray, fa cartelloni e grida il proprio disappunto.
La rivoluzione la fanno tutti quelli che decidono di rispondere all'odio con il bene. Chi non si vendica, anche se arrabbiato.
La rivoluzione la fa chi crede nel bene e nell'amore.
La rivoluzione la fa quell'uomo che furibondo da un pugno alla porta e non alla propria donna.
La rivoluzione la fa quella giovane ragazza che invece che abbandonare il proprio neonato nel cassonetto, lo affida all'ospedale.
La rivoluzione la fa chi si prende cura di ciò che ha anche quando è difficile, impossibile o doloroso.
La rivoluzione la fanno quelli che quando possono scegliere, scelgono ciò che credono senza però mancare di rispetto a chi non la pensa come loro.
La rivoluzione la fanno quei professori che ti fanno leggere il giornale in classe e aprono un dibattito sopra le notizie.
La rivoluzione la fa la letteratura, lo studiare la storia, il pensare.
La rivoluzione la fa quel padre che pur di dare un futuro ai propri figli va a lavorare lontano pur di non diventare nel suo paese un delinquente.
La rivoluzione la fa chi riesce a distinguere il giusto e lo sbagliato a prescindere dal colore della pelle, dalla religione e dall'orientameto sessuale e politico.
La rivoluzione la fanno quelli che si indignano davanti al dolore, quelli che decidono di ascoltare.
La rivoluzione la fanno tutti quelli che vanno oltre al pregiudizio, come quel ragazzo sieropositivo che si è esposto in piazza dichiarando la propria sieropositività sfidando il pregiudizio e gridando tramite un cartellone "toccatemi!". E la rivoluzione l'hanno fatta anche quelli che l'hanno toccato ed abbracciato, e hanno dimostrato che non si ha mai a che fare con un patologia, ma con delle persone. La rivoluzione la fanno quelli che ripartono nonostante tutto.
La rivoluzione la fa quella figlia che con l'abito da sposa addosso va a trovare il padre in ospedale.
La rivoluzione la fanno quelli che considerano ogni essere vivente degno di rispetto e di vita.
La rivoluzione la fa chi considera i gesti più delle parole.
La rivoluzione la fanno quelli che affrontano le proprie paure, e rimangono saldi anche quando gli tremano le gambe.
La rivoluzione la fanno i donatori di organi, che grazie alla loro morte donano vita a qualcun'altro.
La rivoluzione la fanno i volontari, chi difende il più debole anche quando lui per primo non è fra i più forti.
La rivoluzione la fanno gli atti di bene disinteressati.
La rivoluzione la fa colui che beve e non si mette a guidare, colui che non occupa gli spazi destinati agli handicap senza essere lui il primo ad avere una disabilità. 
La rivoluzione la fa chi trova il coraggio di perdonare e di perdonarsi.
La rivoluzione la possono fare anche due mani che si uniscono e stabiliscono un contatto.
Tutto può essere rivoluzione, e tutti abbiamo il diritto e il dovere di farla. Ecco, si, io credo che la vera rivoluzione incominci dai piccoli gesti quotidiani, dalle piccole lotte che ogni giorno ci si propongono davanti. Perchè alla fine, secondo me, la vera rivoluzione e l'unica che concepisco come tale è quella che impone il rispetto per la propria vita e quella del prossimo.

                                         






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5 commenti

  1. la rivoluzione l'hanno s-venduta come tutti gli altri prodotti. e' evidente dal primo capoverso del post. sei una vittima. un bambino sogna di fare la rivoluzione, l'indiano, di andare sulla luna..allo stesso modo e per gli stessi motivi. la meccanica e' identica. non e' che uno fa una analisi della societa' e capisce che serve un atto o una serie di atti o una strategia per cambiare lo stato di fatto, ma si innamora di personaggi mitizzati e fantastica di emularli, o si emoziona per cronache riportate e vagheggia d'esserne l'eroe o l'eroina. la rivoluzione, nel senso letterale del termine, non la fa nessuno. tutto e' ammansito, ricondotto all'interno degli schemi, utilizzato, commercializzato, sfruttato. per impedire ai bambini di imparare l' analisi, per ammaestrare gli esseri umani. per ricavare nuove fette di mercato. nessuno fa la rivoluzione, soprattutto protestando. proprio perché le proteste oggi sono conchiuse dentro un circolo di rete, un recinto, e non danno fastidio a niente. perché la notizia e' scarica del peso che le si attribuisce, inflazionata, perché la gente ha fastidio quando incappa in una protesta, e ci incappa di rado, dato che chi protesta e' circoscritto nei tempi e negli spazi nell'esercizio del suo dissenso. mentre chi protesta lo fa senza analisi. non fa la rivoluzione, certo, nemmeno chi spacca e distrugge. quelli sono sfoghi, o al massimo disperazione. non nego che alcune volte siano atti politici ben mirati, ma il piu' delle volte lo spacca spacca si risolve in una prassi inutile. certo: sto parlando dell'europa. in palestina, per esempio, e' diverso. e visto che ci siamo non fa la rivoluzione nemmeno chi si indigna. perché indignarsi non basta, e' catarsi e spesso risolve il moto in un nulla di fatto: ti indigni, protesti, e poi torni al tuo lavoro, e fuori resta tutto come prima - strano? no dato che tu, "tu" usatyo in modo impersonale, resti come prima. la questione e' molto importante, fondamentale direi, nella mia vita. e da dire ne ho tante e tanto. ma sto attaccato a un pannello fotovoltaico, la batteria si esaurisce rapidamente e ho parecchio da fare, quindi ti saluto qui.

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    1. Rispetto la tua opinione ma non la condivido, io davvero penso che in un mondo dove regna l arroganza, il menefreghismo, l egoismo sia rivoluzione già pensare al prossimo, e certe volte i grandi e ridicali cambiamenti vengono proprio dal basso e dal piccolo, da tante piccole persone che credono e lottano in qualcosa

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  2. Mi dispiace, mi dispiace davvero tanto, ma penso che la rivoluzione ormai sia un prodotto, come dice Alp qua su. E' commercializzata, inutile, fine a solo sè stessa . Quelli che ancora credono che rivoluzionare sia davvero efficacie sono utopisti, sognatori.

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