"E' strano se qualcuno spara e senza mira a te ci arriva..."
- 03:00:00
- By Federica R
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(Risparmio un sogno - Bianca Atzei)
Ho paura della solitudine, penso sia la prima volta che io stia avendo il coraggio di ammetterlo a me stessa, d'imprimerlo nero su bianco.
Mi correggo: ho una paura fottuta della solitudine!
A questo giro non ho una bella storia da raccontarvi o un pensiero positivo da lasciarvi, in verità non so neanche bene cosa dire a me stessa in questo momento.
La causa del "grande" (ampiamente ridicolo) "dramma"?
Un messaggio non arrivato da una persona non importante che però andava ad affinarsi con quell'aria di apertura e speranza che non respiravo da un pò, lui che chissà dove la porterà in vacanza ma prima di tutto questo weekend la porta al mare, lei che davanti a uno spritz mi guarda seria e determinata mi dice che quell'altro mi ha prosciugata, l'altra lei che mi parla di vacanze e di quanto sarà bello essere noi due in giro...i miei pensieri che non smettono di girare, le mie aspettative che non sono neanche troppo alte e che vengono disilluse, il dramma di chi si consuma mettendosi sempre troppo in discussione.
Com'era!?! "Porgi l'altra guancia!", è finita che oltre che le guance ho porto sempre anche me stessa, troppo.
Un continuo fare e disfare, un continuo convincersi che il problema poi siamo noi, che non ci si può sempre sedere alla tavola dei vincenti.
C'è quella frase che dice "ma io non voglio una seconda possibilità, devo ancora avere la prima!".
Non so più quale possa essere stata la mia prima possibilità, non so nemmeno se una seconda possibilità alla fine l'abbia avuta...ma cosa ne ho fatto di quella dannata seconda possibilità? E si, ce ne sarà anche una terza, una quarta e via con tutta la fila dei numeri naturali, finché fiato passa, finché vita scorre!
Ma il punto non è questo, il punto non è il messaggio positivo che le cose si sistemeranno, esattamente come lo fanno ogni mattina.
La domanda è: quando è che l'altro ha iniziato ad essere un limite così grande per me? A contare così tanto da schiacciarmi?
Vorrei poter rispondere dicendo "da dopo quella sera di qualche anno fa", e invece la verità è che è sempre stato così, da prima, da molto, estremamente, esattamente, prima!
"Ama il tuo prossimo come te stesso!", come se fosse scontata la capacità di tutti di amarsi in modo sano...che poi il rischio è che per amare troppo l'altro amiamo sempre un pò meno noi stessi!
Ho sempre avuto paura della solitudine, solo che prima non me lo concedevo, non me lo ammettevo, non ero stanca come adesso, piena come ora. Un accozzaglia d'insicurezze, timore e di ansie, tutto disilluso e ben nascosto dietro alla maschera della quotidianità, alla capacità di non annegare dentro la parte brutta di me.
Prima l'affrontavo di petto tutto ciò, prima mi costringevo a stare da sola. Era quasi un conforto, vivere ciò che ti spaventa a morte per poi accorgerti che non stai morendo affatto.
Quelle poche sere mi addormentavo con la speranza che risvegliandomi non me lo sarei ritrovato accanto, eppure prima gli chiedevo di abbracciarmi forte tanto da non avere paura anche se poi paura l'avevo sempre. Forse ero anche più spaventata avendolo lì, e mi svegliavo sollevata nel non trovarmelo di fianco. Che modo goffo e astruso per affrontare se stessi e la mancanza dell'altro che poi a volte diventa mancanza di sé.
Era forse quella la prima possibilità? Quella intensità non l'ho più ritrovata, sono andata avanti perché è questo quello che si fa, e da tutto ciò, da una storia mancata, si è scoperchiato il vaso di Pandora ed è uscito tutto, ogni fragilità, ogni mio essere e non essere, ogni lacuna, tutto.
Penso a quell'altro, mi ha prosciugata? Non lo so, loro sono più romantiche di me, più proiettate sul noi, io sono ancora all'io. Ero così concentrata su di me, dopo tutto, che mi sono accorta che non mi aveva tolto niente, solo aggiunto nuove esperienze negative, solo riconfermato quello che in fondo pensavo...niente di buono, molto di falso.
Vedi quanto si sbaglia a dare potere agli altri su noi stessi?
Ho paura della solitudine, penso sia la prima volta che io stia avendo il coraggio di ammetterlo a me stessa, d'imprimerlo nero su bianco.
Mi correggo: ho una paura fottuta della solitudine!

La causa del "grande" (ampiamente ridicolo) "dramma"?
Un messaggio non arrivato da una persona non importante che però andava ad affinarsi con quell'aria di apertura e speranza che non respiravo da un pò, lui che chissà dove la porterà in vacanza ma prima di tutto questo weekend la porta al mare, lei che davanti a uno spritz mi guarda seria e determinata mi dice che quell'altro mi ha prosciugata, l'altra lei che mi parla di vacanze e di quanto sarà bello essere noi due in giro...i miei pensieri che non smettono di girare, le mie aspettative che non sono neanche troppo alte e che vengono disilluse, il dramma di chi si consuma mettendosi sempre troppo in discussione.
Com'era!?! "Porgi l'altra guancia!", è finita che oltre che le guance ho porto sempre anche me stessa, troppo.
Un continuo fare e disfare, un continuo convincersi che il problema poi siamo noi, che non ci si può sempre sedere alla tavola dei vincenti.
C'è quella frase che dice "ma io non voglio una seconda possibilità, devo ancora avere la prima!".
Non so più quale possa essere stata la mia prima possibilità, non so nemmeno se una seconda possibilità alla fine l'abbia avuta...ma cosa ne ho fatto di quella dannata seconda possibilità? E si, ce ne sarà anche una terza, una quarta e via con tutta la fila dei numeri naturali, finché fiato passa, finché vita scorre!
Ma il punto non è questo, il punto non è il messaggio positivo che le cose si sistemeranno, esattamente come lo fanno ogni mattina.
La domanda è: quando è che l'altro ha iniziato ad essere un limite così grande per me? A contare così tanto da schiacciarmi?
Vorrei poter rispondere dicendo "da dopo quella sera di qualche anno fa", e invece la verità è che è sempre stato così, da prima, da molto, estremamente, esattamente, prima!
"Ama il tuo prossimo come te stesso!", come se fosse scontata la capacità di tutti di amarsi in modo sano...che poi il rischio è che per amare troppo l'altro amiamo sempre un pò meno noi stessi!
Ho sempre avuto paura della solitudine, solo che prima non me lo concedevo, non me lo ammettevo, non ero stanca come adesso, piena come ora. Un accozzaglia d'insicurezze, timore e di ansie, tutto disilluso e ben nascosto dietro alla maschera della quotidianità, alla capacità di non annegare dentro la parte brutta di me.
Prima l'affrontavo di petto tutto ciò, prima mi costringevo a stare da sola. Era quasi un conforto, vivere ciò che ti spaventa a morte per poi accorgerti che non stai morendo affatto.
Quelle poche sere mi addormentavo con la speranza che risvegliandomi non me lo sarei ritrovato accanto, eppure prima gli chiedevo di abbracciarmi forte tanto da non avere paura anche se poi paura l'avevo sempre. Forse ero anche più spaventata avendolo lì, e mi svegliavo sollevata nel non trovarmelo di fianco. Che modo goffo e astruso per affrontare se stessi e la mancanza dell'altro che poi a volte diventa mancanza di sé.
Era forse quella la prima possibilità? Quella intensità non l'ho più ritrovata, sono andata avanti perché è questo quello che si fa, e da tutto ciò, da una storia mancata, si è scoperchiato il vaso di Pandora ed è uscito tutto, ogni fragilità, ogni mio essere e non essere, ogni lacuna, tutto.
Penso a quell'altro, mi ha prosciugata? Non lo so, loro sono più romantiche di me, più proiettate sul noi, io sono ancora all'io. Ero così concentrata su di me, dopo tutto, che mi sono accorta che non mi aveva tolto niente, solo aggiunto nuove esperienze negative, solo riconfermato quello che in fondo pensavo...niente di buono, molto di falso.
Vedi quanto si sbaglia a dare potere agli altri su noi stessi?
Cosa gli avevo scritto a fine di quel libro che dovevo regalargli!?! Ah, si, il ritornello di Something Just Like This "Where’d you wanna go? How much you wanna risk? I’m not looking for somebody With some superhuman gifts, Some superhero, Some fairytale bliss...Just something I can turn to...Somebody I can miss!" su un post-it giallo in evidenza.
Mi manca ora? No, non mi manca lui, mi manca solo quello che ci poteva essere e che poi non c'è stato, mi manca il sentire la mancanza di un nome preciso, il messaggio sconclusionato di una vita piena di possibilità che ti da la buona notte o il buongiorno, un pomeriggio al parco con uno zaino e una bottiglia di vino, la normalità di quando qualcuno sembra esserci e allora ci sono anche io un pò di più!
Io voglio essere libera, non sola! Eppure so essere sola e poco libera, eppure ho sempre confuso le cose, eppure...