"Pappagalli Verdi: Cronache di un Chirurgo di Guerra" di Gino Strada

Lettori Very Superficial, come avete passato questo San Lorenzo? Avete espresso tanti desideri anche per me che me ne stavo a letto con otite e febbre!?! (Lo so, sono la solita sfigata!) 
Come passerete questo ferragosto? Io salute permettendo a Sperlonga o Domizia. 
Oggi, vi parlo di "Pappagalli Verdi: Cronache di un Chirurgo di Guerra" di Gino Strada e pubblicato da Feltrinelli.


"Nei conflitti di oggi, più del novanta per cento delle vittime sono civili. Migliaia di donne, di bambini, di uomini inermi sono uccisi ogni anno nel mondo.
Molti di più sono i feriti e i mutilati.
[...]
Fin dall'inizio, le attività umanitarie di Emergency si sono concentrate in particolare sul trattamento e sulla riabilitazione delle vittime di mine antiuomo, ordigni disumani dei quali l'Italia è stata tra i maggiori produttori.
Emergency si è impegnata per anni a far sì che il nostro paese mettesse al bando queste armi. Il 22 ottobre 1997 il governo italiano ha approvato la legge n. 374 che impedisce la produzione e il commercio delle mine antiuomo.
Ma i 110 milioni di ordigni disseminati in 67 paesi continueranno a ferire, mutilare, uccidere."

Gino Strada, uno dei fondatori di Emergency (organizzazione umanitaria italiana che offre soccorso chirurgico e sanitario nei pesi afflitti da guerre e/o povertà), racconta attraverso questo libro alcuni episodi capitati durante le sue missioni e riflette su se stesso e sull'inutilità delle guerre, di tutte le guerre.
"Pappagalli Verdi" è un libro intenso, che va letto non con leggerezza ma soffermandosi e riflettendo. È un libro carico di emozioni e riflessioni. Lo stile è semplice con periodi brevi e concisi. Ciò rende ancora più forte il racconto dell'autore. Le storie che Gino Strada narra sono storie intense, emozionanti e che pongono il lettore davanti a una realtà che va ben lontana dall'immaginazione. Il lettore si trova catapultato tra un paese e un altro, tra una guerra e un altra, tra un paziente e l'altro. E proprio in questi continui salti geografici sta molta della forza del libro. Non importa dove sia la guerra e perché sia scoppiata, essa riesce sempre a mietere ovunque morte, distruzione e vittime. Così, non ci si ritrova più davanti a un bambino curdo, a una donna tutsi o a un uomo che vive ai bordi delle Ande o in Iraq. Si è davanti a delle vittime, a un dolore che va oltre il colore della pelle, il motivo del conflitto, il torto o la ragione. La guerra distrugge e non c'è nulla che possa giustificarla.
Il lettore si trova a fare i conti con la guerra vera, non quella immaginaria o che ci ripropongono i film. Mine che cambiano per sempre la vita di un bambino, di una donna, di un uomo o di una famiglia. Mine che richiamano la forma di giocattoli. Uomini che sparano ad altri uomini. Vite stroncate, vite cambiate, vite che devono imparare nuovamente ad essere tali. 
Toccanti le varie storie che Gino Strada riporta nel libro. Ognuna di esse lascia una riflessione, un segno indelebile al lettore. 
"Pappagalli Verdi" è un libro toccante anche per le stesse riflessioni dell'autore. Che in tutto questo non si dimentica di essere un uomo, di aver lasciato a casa una famiglia, di giocare a fare Dio e che per quanto possa provare ad essere imparziale non sempre lo si è. Gino Strada mette in risalto quel problema tanto grande che riguarda l'eticità di un chirurgo. Un chirurgo che deve salvare sia le vittime che i carnefici, scegliendo spesso chi dei due salvare sapendo benissimo che il non scelto è destinato a morire molto probabilmente. E sapendo ancora di più, che spesso sono proprio le vittime quelle da dover scartare. 
Interessante, soprattutto per chi è coinvolto in qualche modo nelle professioni sanitarie, il modo di agire dei professionisti durante una guerra. Cambiano protocolli e procedure. Il triage si basa sulle possibilità di sopravvivenza del paziente e non sulla gravità. Nel senso che si opera chi ha più possibilità di rimanere in vita durante e dopo l'intervento, invece di soccorrere il paziente più grave ma con meno possibilità di salvezza. 
Ma il vero punto di forza dell'intero libro è lo stesso Gino Strada, che parla delle sue esperienze con quel pizzico di arroganza, durezza, dolcezza, sfacciataggine, convinzione e tenacia tipica dei chirurghi. Che si chiede il perché della guerra. Che la condanna e la dissezione con il "bisturi" della ragione. Un Gino Strada che riflette anche sulle scelte fatte. Sul perché è, per sua scelta, lontano dalla moglie e dalla figlia. Perché i suoi senso di colpa a riguardo non lo portano ad esercitare la propria professione in un ospedale vicino alla propria famiglia lontano dagli orrori della guerra. 
"Pappagalli Verdi" è un libro che va assolutamente letto e posseduto nella propria libreria. Sono pochi i libri che riescono ad entrare dentro come questo e a mandare un messaggio profondo senza voler essere forzatamente strappa lacrime. Gino Strada ha scritto un libro che riesce, nella sua durezza e tristezza, a far crescere la speranza che se si vuole si può fare la differenza anche solo per una persona, anche mentre c'è una guerra. Vi consiglio di leggerlo! 

P.s 
Vi chiedo scusa per gli errori grammaticali e lessicali ma scrivere dall'iPhone è una tortura.  

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8 commenti

  1. Ho sempre voluto leggerlo ma non l'ho mai fatto... a volte ho paura di ciò che queste letture possono procurare al mio animo...

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  2. ugual modo io, l'avevo iniziato quando avevo conosciuto alcune persone di Emergency,ma..non sono riuscita ad andare avanti..

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    1. È un libro che merita tanto, ma va letto nel momento giusto... Un bacio

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  3. complimenti per la scelta del libro per la tua recensione. Emergency fa un lavoro incredibile da anni e per noi che stiamo a casa e ci lamentiamo delle cose di tutti i giorni, forse aiuta a ridimensionarci...

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    1. Emergency è veramente una gran bella organizzazione... E questo è un libro che mette davanti il lettore a una realtà nuova, ma lo fa con tanta umiltà e umanità... Un bacio

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  4. Libro da sempre nella wishlist da leggere nell'immediato, mai trovato il coraggio per farlo veramente, perchè ci sono storie che mi fanno incazzare e mi provocano dolore al tempo stesso (e, conoscendo che razza di personaggio immenso è Gino Strada, so che Pappagalli verdi mi provocherebbe sicuramente quest'effetto!).
    Dici che lo leggo, ultima parola?
    Grazie per il commento, e scusa per il mio ritardo (come blogger sono molto deludente, lo so!)
    Un abbraccio!

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    1. Leggilo, leggilo e leggilo :) ne vale l'incazzatura momentanea e le lacrime :) un bacio e grazie per il commento!

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