Listography #9: Your Biggest Pet Peeves

Amici bloggerosi eccomi tornata, lo so, ultimamente sto lasciando il blog un po a se stesso. Vi chiedo di scusarmi, ma il tirocinio mi sta prosciugando ogni energia sebbene mi dia grandi soddisfazioni. Al più presto cercherò di riprendere con puntualità i nostri appuntamenti settimanali, per adesso godiamoci questi rari momenti assieme.
In ritardo che più ritardo non si può, scrivo il post più amato: Listography. Per questo nono appuntamento con Listography, Nadia ha deciso di farvi morire dalle risate con una lista dal titolo: Listography #9: Your Biggest Pet Peeves, cioè tutte quelle piccole cose che ti fanno salire i nervi più di quanto sia opportuno.

The Life In A Year

Listography #9: Your Biggest Pet Peeves

La gente che beve rumorosamente: elementi pessimi, con capacità di articolazione della mandibola e di deglutizioni pari a quelle di un neonato disfalgico. Io alla gente che beve rumorosamente darei acquagel da bere.
La gente che mangia rumorosamente: non solo mi da sui nervi, ma mi fa anche salire la nausea in maniera esponenziale. Schifo, schifo, rabbia e sgomento.
Chi mi chiede la stessa cosa più di tre volte: inaccettabile, se ti interessava sapere la risposta mi ascoltavi la prima volta, la seconda, alla terza vai diretto a quel paese.
Chi chiama il mio nome a ripetizione e poi non dice nulla: perchè mi devi disturbare dalla mia pace precaria per poi dirmi nulla di interessante? Ma muori male, allora.
Quando mi chiamano persone che sono informate della mia penichella: soggetti meschini che sanno che io dormo e mi devono chiamare per dirmi cretinate e stupidate. Almeno che non stiate morendo non dovete chiamare chi dorme, se no è naturale che vi beccate rispostacce e nervosismi.
Chi mi tocca senza che abbiamo la giusta confidenza: io sono per il fatto che ognuno debba tenere le mani al suo posto, soprattutto se non ci conosciamo bene.
Chi non mette le frecce in macchina o mi toglie la precedenza: siete solo dei cafoni e vi meritate la mia rabbia.
Quando mamma mi regala magliette o abiti che mi stanno larghi perché lei me ne compra di una taglia più grande: ecco, io lo so che mia madre mi vuole bene e mi fa regali di cuore, ma se mi devi comprare qualcosa che mi sta male addosso e mi sta immensamente largo perché tu odi le cose aderenti, allora mi girano le scatole.
Niente cibo nel frigo: cosa che mi fa salire il crimine verso me stessa. Odio aprire il frigo e vederlo vuoto, mi fa sclerare male.
Chi mi fa domande o vuole dialogare quando sono appena sveglia: il mattino non è fatto per parlare, ma per stare in tacito silenzio riflettendo sul perché ci si è voluti alzare da letto per poi biasimarsi del fatto che non si è sposato un milionario che ti mantenga.
La porta aperta: se la mia porta era chiusa perché una volta che tu entri non la richiudi? Che il mio biasimo sia su di te e chi ti segue.


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