Che c'è bellezza anche nell'orrore! (Domande esistenziali alla rinfusa,di quando si dovrebbe dormire e non pensare)

Quanti vuoti ti porti dentro? Quante volte ci sei sprofondato? Quante volte hai trovato il coraggio di uscirne? 
Hai dato un nome agli scheletri nell'armadio? E i mostri sotto il letto, quante volte ti hanno rimboccato le coperte? 
Ti hanno insegnato la differenza fra bene e male? Cosa hai scelto? O meglio: hai potuto scegliere? Quanti sorrisi hai imparato a simulare? Quante maschere hai indossato per rimanere vivo? 
Quante volte hai sanguinato? E quante volte sei ripartito dal tuo sangue, dalle tue viscere? Raccontami il tuo peggior incubo, tutto ciò che ti ha ucciso ma non ammazzato. 
Quanti battiti fa il tuo cuore in un minuto? E quali sono i nomi di quelle persone che i battiti te li fanno saltare? 
Hai mai amato? Sai cosa è amare? E ancora, c'è differenza fra amare e saper restare? 
Hai mai corso fino a perdere fiato e urlato senza dire una parola e pronunciare alcun suono? Ti hanno mai ascoltato? È compreso o per lo meno perdonato?
Hai mai detto “mollo tutto e me ne vado” e alla fine hai tenuto tutto e sei restato? 
Ti sei accorto di quello che hai perso, di cosa ti sei perso, se ti sei perso? 
E se ti sei perso, sai dove ritrovarti? E poi che succede se per ritrovarti hai bisogno di altre due mani, di altri due occhi, di chi rimane e a rimanere non c'è nessuno? 
Mollerai o ti rialzerai? 
Ti ricercherai o resterai? 
Combatterai o ti arrenderai? 
Amerai o Odierai? 
Raccontami di quelle notti che sembrano non passare, quelle dove pensi che il domani non arrivi mai ed hai paura che arrivi comunque anche se tu sei ridotto così. Quelle notti dove pensi che non sopravviverai. E poi cosa è successo? 
Sei sopravvisuto o sei morto dentro? 
Come hai soffocato i gemiti del pianto? Hai sprofondato il viso nel cuscino e ti sei arrotolato fra le coperte? 
Raccontami del sole che non volevi vedere e che è sorto comunque portandosi via la giornata disastrata, la nottata, ma non il dolore. 
Hai recuperato fiato o sei collassato? Di che colore erano i tuoi occhi dopo? Densi o liquidi come l'acqua? Come hai coperto le occhiaie? Come hai fatto passare il mal di testa? Come hai dissimulato il dolore? 
Raccontami di quella giornata, di come hai trovato, se l'hai trovato, il coraggio di alzarti dal letto e di vestirti e di uscire alla luce del giorno con tutti i pezzi di te tenuti alla meno peggio, come se contro luce si potesse vedere in quante parti eri. In quanti pezzi eri? Come ti sei tenuto stretto? 
A cosa ti sei tenuto stretto? C'era il sole o pioveva? Quanto freddo dentro avevi? Quante volte ti sei stretto le braccia, ti sei fermato, hai respirato un pò più profondamente e poi furtivo come un ladro hai ripreso a fare quello che stavi facendo, come a nascondere le ossa ghiacciate e lo stomaco sotto sopra? 
Raccontami dei giorni che passano, che si trascinano il dolore che porti addosso, che si portano dietro te e quello che è rimasto di ciò che eri e di ciò che sei. 
Quante volte sei andato in frantumi? Una, due, tre, una vita intera? 
Quante volte ti sei guardato allo specchio ed hai visto solo la tua immagine riflessa e non tutto ciò che ti ha reso quello che sei? Quante cicatrici hai sul tuo corpo? Quante ne hai dentro di te? Quante sanguinano ancora? 
Raccontami di quando ti sei accorto che il dolore piano piano era gestibile, di quando il fiato l'hai ripreso, di quando non ti sei ritrovato ma comunque sei restato e insieme ad ogni singolo pezzo incasinato sei andato avanti. 
Quante volte prendi fiato in un minuto? 
Quante volte l'amore ti ha salvato e quante altre volte ti ha condannato? 
Raccontami del tuo primo bacio, della prima volta che ti sei accorto di essere innamorato e della seconda volta, e della terza, e di quella volta che ti sei detto questa volta è per sempre e per sempre non è stato. Chi se n'è andato per prima? 
Gli hai mai chiesto di rimanere o anche tu ti sei allontanato? In quante altre persone hai cercato quello che ti dava solo lui o solo lei? In quante altre mani, altri occhi, altre labbra ti sei cercato e l'hai cercata o cercato? 
Raccontami come ti sei addormentato sapendo che a questo giro chi amavi non sarebbe tornato. Quante volte sono tornati a prenderti? Quante volte ti hanno tenuto stretto fino a perdersi? E quante volte ti sei rialzato da solo, senza nessuna mano stesa e pronta ad aiutarti a tirarti su da terra? Raccontami di come hai amato, di come hai sperato, di come hai lottato. 
Hai mai lottato? In cosa credi? Dedicheresti la tua vita a una causa? 
Hai mai voluto fare la rivoluzione? 
Raccontami di come hai ribaltato la tua vita, distrutto quello che avevi, scaraventato via tutto ciò che ti faceva male. L'hai mai fatto? Ti prego, dimmi che sei riuscito a liberarti di ciò che ti uccideva lentamente dentro. 
Raccontami di quando ci hai provato ma nulla è cambiato. 
Raccontami di come si sta quando si perde. Molli il gioco, cambi tavolo o chiedi la rivincita? Raccontami di quando il mondo ti è crollato addosso, di quella volta che hai capito che davvero tu non potevi fare niente per cambiare le cose, di quando eri impotente, di quando hai avuto paura. Hai pregato o volevi vendere l'anima al diavolo? E lì, proprio lì, dove è il confine fra giusto e sbagliato? E se c'è questo confine chi lo dice che sia così netto, distinto e invalicabile? 
Raccontami di quando ti sei sentito bellissimo o bellissima, di quando per la prima volta te l'hanno detto e tu ci hai creduto, di quando per la prima volta l'hai pensato di te ed hai sorriso a te stesso. 
Quante volte ti hanno fatto il tifo? Chi c'è stato ad applaudirti? Chi ti ha fischiato? Ti ricordi i loro nomi? E quante volte ti sei applaudito e quante volte ti sei fischiato?
Raccontami di quella volta che hai capito di non essere amato, che non ti sei amato, che ti hanno tradito, che ti hanno fatto così male che avresti preferito seriamente sparire, morire. Quante volte ti hanno umiliato? Quante volte hai umiliato? Hai ripreso a fidarti? Ti ricordi di chi ti sei fidato davvero la prima volta dopo quella prima grande batosta? Fa ancora parte della tua vita? 
Raccontami di quando non hai amato, di quando hai sfruttato e denigrato.
Raccontami di come e quando hai fatto male per il semplice gusto di sentirti potente, di stare bene.
Raccontami di quando ti sei accorto che i mostri che tanto ti fanno paura e che gli scheletri che tieni chiusi in un armadio combaciano con alcuni pezzi di te, hanno un immagine simile alla tua, il tuo stesso nome e cognome, vivono e giocano nella tua testa, sono anche loro parte di te, ergo sono te. Per una volta, per una volta sola raccontami ogni mostruosità che hai visto, che hai provato, che hai sentito. 
Per una volta, per una volta sola raccontami ogni cosa spettacolare che hai visto, che hai provato, che hai sentito. 
Per una volta sola, togliti la maschera della giornata, esci dal concetto che ognuno ha di se, e dimmi quanto assomigli ai pensieri spaventosi che fai, alle foto dove sorridi, ai mostri che ti divorano la mente, ai sogni che hai, a ciò che hai e a ciò che desideri.
Non fa poi così paura, vero?

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8 commenti

  1. Meraviglioso quel che hai scritto. Nonostante tutto.

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  2. I mostri sotto al letto le coperte me le tiravano via, lasciandomi al freddo. Ho dovuto rinunciare al letto. Ci si abitua piu' a dormire per terra che a non dormire affatto. Ho persino imparato a conoscere gli abitanti del sottosuolo. Adesso so dare anche consigli a chi mi dorme accanto e sente la terra battere. Consigli semplici ma essenziali come sposta la testa, non stare con l'orecchio li' incollato al suolo. Non avere (troppa) paura.

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  3. ps http://quarantaduequarantadue.blogspot.it/2015/04/il-buongiorno-scandito-da-attivita-che.html

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. non è un post, questo.
    è un viaggio. da dentro.
    grazie.
    ;-)

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