E anche se qui in fondo non è così male, e anche se non è il giorno di Natale, ti vorrei sentire per un solo istante capire che anche per te è importante...




Io lo so che dovrei parlarvi di questa meravigliosa vacanza e non dico che non lo farò, anzi è ciò che più desidero parlarvi di ciò che ho visto attraverso i miei occhi.
Ma io sono tornata, e una vita intera non è una vacanza.
Allora, ha tutto un senso se ci pensate.
Vi ho parlato del primo giorno di vacanza e ora vi parlo di oggi, di ora che sono tornata. Un poco come quando prima di comprare un libro si legge la prima pagina e poi subito l'ultima. Io non  l'ho mai fatto, ma mia madre lo fa sempre e come lei sono tante le persone che lo fanno. Allora, ecco a voi l'ultima pagina del viaggio: quando si arriva, quando la macchina si ferma e il sogno sparisce lasciando spazio alla realtà. C'è sempre il risveglio, e se ci pensate la Bella Addormentata si è svegliata da un sonno profondo in mezzo a un regno devastato preda di una Regina Malefica.
Io invece mi risveglio nel mio letto, fra le cose che amo che hanno il mio odore, le stesse identiche cose che mi hanno visto crescere.
Mi sveglio e sto bene, che avevo voglia di tornare, che poi anche lontana da qui divento triste.
Forse sono una di quelle persone che la tristezza se la porta sempre un poco dentro, nel sangue impressa nella pelle. Ma in verità la tristezza arriva quando esco da casa, quando mi scontro con la realtà dei fatti. Quando tutti i bei ragionamenti che mi faccio vengono fatti saltare in aria da chi mi circonda.
Come sarebbe facile la vita se tutto dipendesse solo da noi e non anche dal prossimo. Come sarebbe tutto meno doloroso se potessimo tornare a quando eravamo piccoli e bastava l'abbraccio di mamma e papà per sistemare le cose, per farci sentire amati e realizzati. Ma il tempo scorre, a volte raddoppia velocità altre volte rallenta, ma sta di fatto che passa e ci trapassa. Così mi ritrovo ad avere 23 anni e dentro spesso me ne sento 8 di anni, ma non importa, cioè importa ma non per gli altri. Che si è quel che si è e si ha a che fare con quello che si appare. Allora, torna la tristezza che a me le persone che mi circondano mica mi rendono più di tanto felice. E non parlo di affetto, di amore, con alcune di loro ci sono cresciuta con altre ci ho camminato mano a mano, qui non si mettono in discussione i sentimenti che mi legano a loro che sono indiscutibili da parte di esterni.
Io parlo di quello che le persone, per quanto tu le possa amare e ci possa tenere, ti lasciano addosso. Così mi confondo, perdo il senso delle cose, la profondità dei sentimenti, non do nulla per scontato ma alla fine sono più le cose che disprezzo che quelle che apprezzo e stimo.
Persone così distanti da me che spesso mi chiedo come facciamo ad essere così vicine, come alcune siano sempre ferme nonostante tutto nel cuore. Anche quando mi amo tanto, così tanto da non permettere più a nulla e nessuno di farmi male. Ho lavorato così tanto su me stessa, così tanto che a volte prendo consapevolezza e mi rendo conto di tutto quello che ho attraversato, sola, indifesa, spaventata. All'inizio era una questione di sopravvivenza, poi è diventato un principio di vita. Che la vita va affrontata nel bene e nel male, ciò che non funziona va sistemato o per lo meno è un diritto e obbligo provare a farlo. Allora mi ci sono messa d'impegno, ho faticato e alcune volte ci riesco altre volte no.
Alcune volte riesco a farmi scivolare tutto addosso, a vedere il pregio nelle debolezze altrui che io non mi sono mai potuta permettere, altre volte in vece butterei tutto all'aria, brucerei ogni rapporto, mi allontanerei da tutti loro e da quella parte di me che nonostante tutto sa come rimanere, come continuare a tenerci, ad amare anche quando il torna conto è nullo, anche quando di amore non ce n'è. Lo dico ridendo "Io quando parto prendo le distanze emotive da tutti quelli che rimangono a casa!" e loro sorridono, pensano che io scherzi. Ma io i km che ci separano gli sento tutti fino all'ultimo, e da pezzi di terra diventano distanze emotivamente profonde e dilatate, così tanto che finisco da lontana a non sentire la mancanza di nessuno.
Sono autoreferenziale e autonoma. Lo sono sempre stata o forse lo sono diventata, sta di fatto che io in compagnia di me stessa ci sto bene, che con me mi diverto spesso molto più di quanto mi diverti con alcune persone. Sta di fatto che il tempo è passato e questi 23 anni pesano tutti, così come tutte le cose che non ho costruito, così come tutto l'amore che ho dato e che raramente, ma mai a sufficienza, è tornato.
Ho fatto così tante cose da sola, con così tanta fatica, che a volte ho paura di essermi scordata come si faccia a prendere fiato e a permettere a qualcuno di renderti la vita un poco più facile.
Non fraintendetemi, non ho fatto nulla di così straordinario o pazzesco, ma è stata una sfacchinata, una serie di montagne scalate in totale solitudine.
Piccoli passi che mi hanno reso la giovane donna che sono, sola, forte, spesso spietata, spaventata, terribilmente autonoma. Un porto sicuro al quale tornare, ma poi io non so manco dove andare. Faccio parte di tutto e mi sento appartenere a nulla. Senza un posto nel mondo, se non me stessa.
E mi basto sempre, anche quando dovrei non sentirmi sufficiente in me medesima. Ora, so anche perdonarmi, so anche accettare che spesso sono tutt'altro che buona, che spesso voglio fare del male, e riesco ad accogliere questo lato di me e da sola scusarmi.
So salvarmi da sola, amarmi da sola, so mettermi in macchina e guidare per 10 ore da sola. Nulla di speciale, ma non da tutti. Così mentre quell'altro mi chiede come è andato questo viaggio di ritorno dove ero sola con i miei pensieri, io faccio buon viso a cattivo gioco, mentre penso che so fare anche questo, so gestire i miei pensieri, so come accantonarli in un angolo quando diventano troppo invadenti, quando mi fanno male, così non sono state 10 ore di viaggio e pensieri, ma qualche ora di riflessione e molto tempo di terre che si davano il cambio e mi inondavano gli occhi.
Sono forte, e non sono più neanche così indifesa, mi sono data un valore, ho capito di essere inestimabile proprio quando mi stavo per svendere del tutto.
Così mi viene da ridere quando lei mi dice che io sono forte, che ho fiducia in me stessa. Rido senza gusto, forse con anche un poco di disprezzo ingiustificato. Non è stato facile, non è stato voluto, è stata necessità. è che ho capito che se vuoi ottenere qualcosa devi faticare, e non è detto che la tua fatica porti per forza a qualche risultato, ma è ciò che ti permette di dormire serena.
A me è mancato l'amore, anche se sono stata amata, amata certo ma male, da gli altri e anche da me stessa. Poi ho imparato, poi sto imparando. Come i bambini ho rimparato ad addormentarmi sola nel buio di una stanza, dopo ogni caduta mi sono rialzata ammaccata certo ma comunque viva. Ho guardato tutto con gli occhi di chi è sopravvissuto a sé stesso e agli altri, e ho svalutato l'amore a cui avevo dato un prezzo. Ho imparato che i sentimenti sono solo sentimenti, che mischiarsi fino al midollo con qualcun'altro è un prezzo che si può affrontare solo se ci si conosce così bene da sapere come fare dopo, quando l'altro se ne va o come quando sei tu che vorresti andartene.
Sono terribile con tutti loro, sono spietata, soprattutto dopo questi anni. Non so più come si faccia a provare tenerezza per quelle debolezze che tutte le volte ti spingono a cercare nell'altro un appiglio. Gli e lo dico a quell'altro ridendo, come è solito da me, dire cose tremende con il sorriso in faccia. Arma di difesa dicono alcuni, io penso sia solo un mio modo per ferire di meno, ma l'accoltellata arriva comunque e fa male uguale. Comunque, gli dico che delle volte penso che se le conoscessi ora metà delle mie amiche non sarebbero amiche mie. Che io non so come faccio ad essere amica di ragazze che hanno il costante bisogno di essere circondate da attenzioni maschili, che io non so come faccio ad apprezzare ragazze che non sanno più come godersi una serata solo donne, che non so come fare a rispettare future donne che sprecano più tempo a tenersi strette il proprio ragazzo che la propria vita. Che io sono diversa, che anche nello sconforto più totale la mia vita non l'ho mai gettata al vento. Che per ogni lui che c'è stato e che poi se ne è andato, io le mie scelte le ho fatte. Mi sono diplomata con un voto medio alto, ho scelto la mia facoltà, ho dato ogni esame, mi sono laureata, E in tutto questo ho amato e ho perso a volte essendo amata altre volte solo usata. Ma ho rispettato gli appuntamenti con la mia vita e ho tirato dritto, perché i sentimenti fanno parte di ciò che siamo ma non possono essere tutto. Soprattutto l'amore di qualcuno o per qualcuno. Si cammina sulle proprie gambe e delle volte qualcuno ci affianca e altre volte siamo totalmente e assolutamente soli. Così ho smesso di incolparmi, di chiedermi che ci fosse di sbagliato in me, perché nessuno rimanesse mai quando finiva il guadagno, quando d'amore non avevo più nulla da dare, quando arrivava il mio peggio, quando impetuosa come so essere mi liberavo dello schifo che mi portavo dentro. Ho iniziato a smettere di farmi certe domande, che tanto risposte oneste e sincere non sempre si hanno. E fiera posso dire di non aver smesso di essere quella che sono neanche un istante, neanche quando conveniva essere altro: più accomodante, meno intelligente, più disponibile, meno debole e forte assieme. Così quando ci ripenso, ripenso a quelle rare volte che ho pensato che la persona che avessi davanti ne valesse la pena, sono state quelle volte che guardando quella persona non ho avuto nessun dubbio su ciò che provassi nel bene e nel male. Allora, ora, che l'uragano che mi ha devastato è passato, ora che mi sono rimessa assieme, ora che sola so starci bene così bene da sentirmi sola anche in mezzo alla gente, non riesco più a perdonare gli spigoli altrui, il modo di arrancare scomposto e sconclusionato delle persone che mi circondano. L'empatia che tanto amo che fa parte di me, mi ha circondato di persone che non sanno amare e che quando lo fanno mi fanno così male da farmi sentire triste. Poi domani tutto passa, poi domani parliamo di quanto mi sono divertita, di quando tutto sia bellissimo, ma stasera no...Per stasera rimaniamo così, fra i frammenti taglienti delle persone che vedo passare nella mia vita e di me stessa!


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