Ogni tanto succede che ci si concentra solo solo sulle persone che se ne sono andate e non su quelle che sono rimaste, che hanno inghiottito e fattoti inghiottire l'orgoglio, che ormai sono praticamente parte della famiglia.
Oggi, ho passato l'intera giornata con S e i suoi 3 bambini, e mi sono resa conto che non l'ho mai realmente ringraziata per quello che è e soprattutto per quello che è stata per me.
Lei è mia sorella, no biologicamente, ma spiritualmente.
Sono nata quando lei aveva 12 anni suonati ed è stato amore. Lei mi teneva imbraccio, mi coccolava, veniva a dormire a casa mia quasi tutti i week end (sebbene fossi solo una bambina e lei ormai una ragazza), giocava a barbie con me e mi ha dato un soprannome ( che ora usano i suoi figli per chiamarmi). È stata la sorella che non ho avuto, la persona alla quale anche da piccolina volevo assomigliare. Ricordo quando a 6 anni costrinsi mia madre a comprarmi dei Ray-Ban azzurri (orribili fra l'altro, con il senno di poi) solo perché ce li aveva lei, solo perché volevo assomigliare a lei.
Si è sposata a 19 anni, con io che pregavo fino alla sera prima del matrimonio che il giorno dopo non si presentasse all'altare e restasse ancora per un po' solo la mia S. Eppure, non ostante io fossi una bambina, e lei già una donna c'è sempre stata, mi ha sempre voluto bene, come se ne vuole a qualcuno della famiglia.
Non importa quante volte litighiamo o per quanto tempo non ci sentiamo, lei c'è.
Mi è venuto da sorride nel vedere che conservati, insieme ai disegni dei suoi figli, ci fossero i miei, quelli che facevo da bambina per lei.
Lei è parte della mia famiglia, io sono simile a lei, io le sono grata.
Un giorno forse le dirò tutti questo, oppure no. Forse alcune volte non c'è neanche bisogno di parlare. Alcune cose accadono e basta. Certe cose rimangono nell'aria, ti modificano il DNA, ti allargano il cuore.
Alcune volte basta concentrarsi su chi è restato, per dimenticarsi di chi se n'è andato.
0 commenti