Visto questo buon umore che mi porto dietro da ieri, ne approfitto (prima che svanisca nel nulla come la maggior parte delle volte) per fare questo post musicoso...
Ho vinto un altro premio (yuppyyyyyyy), questa volta grazie a Francesca (grazie mille, cara! :). Allora, vi copio le regole: - Elencare 7 proprie caratteristiche - Premiare altri 15...
Non è estate e tanto meno primavera. Fuori piove e fa freddo. Strati di vestiti coprono il mio corpo. I capelli si arruffano per la pioggia. Eppure questa...
"Il Canto della Rivolta" di Suzanne Collins
- 22:41:00
- By Federica R
- 6 Comments
Lettori Very Superficial, Buon Lunedì! Come avete passato il week-end? Io a leggere slide su slide riguardo ai gesti infermieristici. Spero, insomma, che abbiato vissuto un week-end più divertente e stimolante del mio.
Oggi, finiamo le recensioni riguardo alla trilogia degli "Hunger Games", lo so lo so è una cosa un po triste (sigh). Naturalmente, SE NON AVETE ANCORA LETTO "HUNGER GAMES" e "LA RAGAZZA DI FUOCO", NON LEGGETE ( perché vi rovinereste la lettura di questa splendida trilogia) questa recensione!
Gli Hunger Games sono finiti. L'Arena è stata distrutta, e il Distretto 13 esiste ancora. Ed è proprio in questo misterio Distretto 13 che Katniss viene condotta, per portare avanti una rivolta che ora è diventata una vera e propria guerra di ribellione. Con lei, in questa "regione" che vive nascosta sotto terra e scandita da rigide regole e orari da rispettare, vi sono sua madre, Prim, Gale e Finnick. Ma ora, per Katniss non è importante solo portare avanti la rivolta contro Capitol City, roccaforte di Panem, ma anche recuperare Peeta, che era stato prelevato dal President Snow e portato via. La ex Ragazza in Fiamme ora deve fare i conti con qualcosa di peggiore degli Hunger Game, la guerra. E, ogni cosa è destinata a cambiare...
L'ultimo capitolo della serie di "Hunger Games" non è stato per niente prevedibile come sospettavo, anzi, è stato carico di colpi di scena.
La Collins persevera con uno stile di scrittura semplice, scorrevole, descrittivo al punto giusto e che giunge dritto al punto. Ogni parola che adopera è ben scelta e ponderata.
All'epoca, quando lo lessi per la prima volta, temevo che, come successo per altre trilogie, quest'ultimo libro fosse un fiasco. Invece, mi è piaciuto moltissimo.
La Collins aveva ancora molte altre cose da dirci, i suoi personaggi avevano ancora molto da trasmetterci e la storia aveva ancora molto da svilupparsi.
Ed ecco, che il lettore si trova davanti a un libro che corona in maniera sublime la fine di una delle saghe letterarie difficili da dimenticare.
Mi sorge complicato scindere il "Canto della Rivolta" dai libri precedenti. Infatti, trovo che sia proprio questo ultimo libro a raccordare, chiarire e dare un quadro completo ai libri precedenti. La psicologia dei personaggi è come sempre ben descritta e minuziosamente analizzata. D'altronde, leggendo questa saga non si può non innamorarsi, o almeno rimanere affascinati, dai personaggi inventati dalla Collins.
Personaggi carichi di emozioni, di umanità ma anche di mito. L'autrice mette in evidenza anche le ombre dei suoi protagonisti, quegli aspetti che caratterizzano chi ha voglia di vendetta, riscatto e di ribellarsi. Un libro cruento, non tanto per le varie morti che la guerra procura, ma le ferite che sono scalfite dentro chi questa guerra oltre a viverla, la fa anche.
Nel "Canto della Rivolta" il lettore si trova davanti a dei personaggi cresciuti e più consapevoli, psicologicamente parlando, rispetto al primo libro.
Lo sviluppo dei vari protagonisti, che ormai non sono più ragazzini ma per ciò che hanno visto e vissuto sono uomini e donne, è del tutto coerente con ciò che descritto negli altri libri.
Katniss, non è più una ragazzina dettata dalla rabbia a ribellarsi. Ora, è una giovane donna che ha accettato di essere "la Ghiandaia Imitatrice", il simbolo della rivolta. Fa parte di un gruppo di ribelli, collabora con loro, progetta strategie con loro. Sebbene, resta presente il suo carattere impulsivo e scontroso che tanto la caratterizza. Impara ad affrontare le perdite, e inizia a farsi domande su se stessa, su ciò che prova. Su tutta quella sfera di sentimenti che vanno oltre la semplice rabbia. Perché in fin dei conti, è sempre riuscita a sopravvivere non solo contando su se stessa ma anche su altri. E quando si entra in contatto con altre persone, volenti o dolenti, entrano in gioco i sentimenti.
Peeta all'inizio è quasi irriconoscibile. Ma, più la storia si sviluppa più il lettore si ritrova di nuovo davanti "il ragazzo del pane" dei libri precedenti. Un "ragazzo del pane" cresciuto, cambiato, che deve fare i conti con le proprie emozioni. Peeta ora, non solo deve lottare contro Capitol City, ma anche contro se stesso, contro ciò che gli è stato fatto e che l'ha cambiato per sempre nel profondo.
Il personaggio di Gale, non è uno dei miei preferiti, non ostante ciò non si può che accettare il fatto che la Collins abbia saputo svilupparlo bene. Forse, è un personaggio al quale ci si affeziona di meno per via del primo libro. Lui non ha vissuto l'Arena, ne è stato aspettatore. Non si porta dietro quel carico emotivo che hanno Peeta o Katniss.
L'autrice porta avanti il triangolo amoroso fra Peeta, Katniss e Gale. Ma essendo la Collins, un abile stratega per quanto riguarda i suoi personaggi, approfondisce non solo la paura che prova Katniss nel confronto di un sentimento come l'amore, ma anche ciò che provano Peeta e Gale. I due sono rivali in amore, ma uniti nella battaglia. E durante una guerra, ciò che conta non è tanto il cuore, ma la voglia di combattere.
Finnick è un altro personaggio di cui ci si innamora. Lui è intelligente, passionale, forte e ribelle.
Interessanti i vari colpi di scena, che sono in grado di sconvolgere il lettore, trafiggendogli il cuore.
Bellissimi gli ultimi due capitoli del libro, che io non mi stanco mai di rileggere.
"Il Canto della Rivolta" conclude in maniera eccellente una delle trilogie più belle degli ultimi anni.
Perciò, vi consiglio vivamente di leggerlo!
Oggi, finiamo le recensioni riguardo alla trilogia degli "Hunger Games", lo so lo so è una cosa un po triste (sigh). Naturalmente, SE NON AVETE ANCORA LETTO "HUNGER GAMES" e "LA RAGAZZA DI FUOCO", NON LEGGETE ( perché vi rovinereste la lettura di questa splendida trilogia) questa recensione!
"Farai bene a non credere a questa cosa.
Rimettere insieme
i pezzi richiede dieci volte il tempo che serve per crollare."
Gli Hunger Games sono finiti. L'Arena è stata distrutta, e il Distretto 13 esiste ancora. Ed è proprio in questo misterio Distretto 13 che Katniss viene condotta, per portare avanti una rivolta che ora è diventata una vera e propria guerra di ribellione. Con lei, in questa "regione" che vive nascosta sotto terra e scandita da rigide regole e orari da rispettare, vi sono sua madre, Prim, Gale e Finnick. Ma ora, per Katniss non è importante solo portare avanti la rivolta contro Capitol City, roccaforte di Panem, ma anche recuperare Peeta, che era stato prelevato dal President Snow e portato via. La ex Ragazza in Fiamme ora deve fare i conti con qualcosa di peggiore degli Hunger Game, la guerra. E, ogni cosa è destinata a cambiare...
L'ultimo capitolo della serie di "Hunger Games" non è stato per niente prevedibile come sospettavo, anzi, è stato carico di colpi di scena.
La Collins persevera con uno stile di scrittura semplice, scorrevole, descrittivo al punto giusto e che giunge dritto al punto. Ogni parola che adopera è ben scelta e ponderata.
All'epoca, quando lo lessi per la prima volta, temevo che, come successo per altre trilogie, quest'ultimo libro fosse un fiasco. Invece, mi è piaciuto moltissimo.
La Collins aveva ancora molte altre cose da dirci, i suoi personaggi avevano ancora molto da trasmetterci e la storia aveva ancora molto da svilupparsi.
Ed ecco, che il lettore si trova davanti a un libro che corona in maniera sublime la fine di una delle saghe letterarie difficili da dimenticare.
Mi sorge complicato scindere il "Canto della Rivolta" dai libri precedenti. Infatti, trovo che sia proprio questo ultimo libro a raccordare, chiarire e dare un quadro completo ai libri precedenti. La psicologia dei personaggi è come sempre ben descritta e minuziosamente analizzata. D'altronde, leggendo questa saga non si può non innamorarsi, o almeno rimanere affascinati, dai personaggi inventati dalla Collins.
Personaggi carichi di emozioni, di umanità ma anche di mito. L'autrice mette in evidenza anche le ombre dei suoi protagonisti, quegli aspetti che caratterizzano chi ha voglia di vendetta, riscatto e di ribellarsi. Un libro cruento, non tanto per le varie morti che la guerra procura, ma le ferite che sono scalfite dentro chi questa guerra oltre a viverla, la fa anche.
Nel "Canto della Rivolta" il lettore si trova davanti a dei personaggi cresciuti e più consapevoli, psicologicamente parlando, rispetto al primo libro.
Lo sviluppo dei vari protagonisti, che ormai non sono più ragazzini ma per ciò che hanno visto e vissuto sono uomini e donne, è del tutto coerente con ciò che descritto negli altri libri.
Katniss, non è più una ragazzina dettata dalla rabbia a ribellarsi. Ora, è una giovane donna che ha accettato di essere "la Ghiandaia Imitatrice", il simbolo della rivolta. Fa parte di un gruppo di ribelli, collabora con loro, progetta strategie con loro. Sebbene, resta presente il suo carattere impulsivo e scontroso che tanto la caratterizza. Impara ad affrontare le perdite, e inizia a farsi domande su se stessa, su ciò che prova. Su tutta quella sfera di sentimenti che vanno oltre la semplice rabbia. Perché in fin dei conti, è sempre riuscita a sopravvivere non solo contando su se stessa ma anche su altri. E quando si entra in contatto con altre persone, volenti o dolenti, entrano in gioco i sentimenti.
Peeta all'inizio è quasi irriconoscibile. Ma, più la storia si sviluppa più il lettore si ritrova di nuovo davanti "il ragazzo del pane" dei libri precedenti. Un "ragazzo del pane" cresciuto, cambiato, che deve fare i conti con le proprie emozioni. Peeta ora, non solo deve lottare contro Capitol City, ma anche contro se stesso, contro ciò che gli è stato fatto e che l'ha cambiato per sempre nel profondo.
Il personaggio di Gale, non è uno dei miei preferiti, non ostante ciò non si può che accettare il fatto che la Collins abbia saputo svilupparlo bene. Forse, è un personaggio al quale ci si affeziona di meno per via del primo libro. Lui non ha vissuto l'Arena, ne è stato aspettatore. Non si porta dietro quel carico emotivo che hanno Peeta o Katniss.
L'autrice porta avanti il triangolo amoroso fra Peeta, Katniss e Gale. Ma essendo la Collins, un abile stratega per quanto riguarda i suoi personaggi, approfondisce non solo la paura che prova Katniss nel confronto di un sentimento come l'amore, ma anche ciò che provano Peeta e Gale. I due sono rivali in amore, ma uniti nella battaglia. E durante una guerra, ciò che conta non è tanto il cuore, ma la voglia di combattere.
Finnick è un altro personaggio di cui ci si innamora. Lui è intelligente, passionale, forte e ribelle.
Interessanti i vari colpi di scena, che sono in grado di sconvolgere il lettore, trafiggendogli il cuore.
Bellissimi gli ultimi due capitoli del libro, che io non mi stanco mai di rileggere.
"Il Canto della Rivolta" conclude in maniera eccellente una delle trilogie più belle degli ultimi anni.
Perciò, vi consiglio vivamente di leggerlo!
Lunedì sera ho visto al cinema "Il Lato Positivo". Il film diretto da David O. Russel che aveva ricevuto 8 candidature agli Oscar e che aveva visto Jennifer...
Tempo fa avevo comprato un set di orecchini nel quale ce n'era uno a forma di mappamondo. L'avevo comprato perché a me i sogni piace portarli a spasso...
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1 anno e 2 mesi. È una piccola personcina, ma ha del potenziale. E non lo dico perché è mio nipote e quindi lo amo da impazzire, si...
Lettori Very Superficial, siete soppravissuti a questo rientro dal week-end? Io oggi mi sono molto divertita e stancata, quindi devo dire che è stata una giornata produttiva.
Oggi vi parlo del seguito di "Hunger Games", e cioè "La Ragazza di Fuoco" (secondo capitolo della trilogia), scritto da Suzanne Collins, tradotto da S. Brogli e F. Paracchini, pubblicata da Mondadori.
Consiglio, se non avete ancora letto "Hunger Games" ma avete l'ineffrenabile voglia di leggerlo (cosa che spero voi abbiate!) non leggete questa recensione!
La 74essima edizione degli Hunger Games si è conclusa e Katniss e Peeta, ne sono usciti vincitori sebbene non in un modo consono allo show più seguito da Capitol City e da tutta Panem. Katniss dovrebbe essere sollevata, ma il rientro alla "normalità" non andrà come previsto. Dopo, la sua partecipazione agli Hunger Games molti sentimenti sono stati scossi. Il rapporto con Peeta, il suo compagno di avventura nell'Arena, ha giunto un punto di non ritorno. Gale, l'amico di sempre, è diventato freddo e distaccato nei suoi confronti. In più, il comportamento di Katniss durante lo show ha dato inizio a una rivolta, o così si mormora in giro per tutta Panem. Niente è più pericoloso di una rivoluzione per un regime didattoriale. Così, ecco che Capitol City (con precisione il Presidente Snow) si prodiga a proporre l'atto di ribellione di Katniss, come un gesto che inciti la rivolta, ma come un gesto di amore disperato e puro nei confronti di Peeta. Ora, sta a loro far credere durante il Tour a ogni cittadino dei vari distretti che il loro amore è reale e non vana illusione per aver salva la vita. Ma, il seme della rivolta ormai si è insidiato e forse per Katniss e Peeta l'incubo degli Hunger Games non è ancora finito, ma è solo appena cominciato.
Io sono follemente innamorata di questa trilogia, e devo dire che anche questo secondo libro non mi ha per nulla delusa. Anzi, è da più di un anno che tutti e tre i libri della saga di Hunger Games me li porto nel cuore. Lo stile della Collins è impeccabile e non perde opportunità per descrivere ambienti, stati d'animo e personaggi. Una scrittura scorrevole che ti entra subito nel cuore, ma che merita sempre più di una lettura per assaporare tutto ciò che è scritto "fra le righe".
Il personaggio di Katniss è veramente ben sviluppato. La sua rabbia accresce, si sviluppa, diventa più lucida senza però perdere quella passionalità che non le permette sempre di scegliere al meglio. I suoi punti deboli vengono resi più visibili. Lei è forte grazie alla sua rabbia, grazie alla vita dura che ha passato vivendo in uno dei Distretti più poveri di tutta Panem. Nel corso di questo libro, è come se la maschera che Katniss ha indossato per molto tempo venisse pian piano sciolta, per mostrare una nuova Katniss. Una Katniss, cambiata, perchè gli Hunger Games cambiano, vanno a modificare quella parte più profonda dell'essere umano.
Peeta, in questo secondo volume della trilogia, si rivela ancora una volta un abile giocatore. Lui ha la lucidità di chi pensava di non sopravvivere, e invece ce l'ha fatta. Lui è il collante di tutta l'opera della Collins. Peeta è il vero personaggio che conferisce al libro umanità. Le sue debolezze, le sue forze sono umane. La sua ribellione è spinta dal voler rimanere un essere umano. E ciò che lo rende così affascinante, in fondo è il suo modo di amare. Un amare fragile, ma che sa anche quando prendere il sopravvento. Un amare calcolatore, ma vero. Si, la forza di Peeta è la veridicità, in un mondo dove tutto è finzione. La sua verità, che sin dal primo "Hunger Games" ci racconta è ciò che permette al lettore di affezionarsi ai personaggi, di non chiudere tanto facilmente questi libri.
Ho molto apprezzato come la Collins sia riuscita a sviluppare la relazione fra Peeta, Katniss e Gale. Ponendoci davanti a un sottile triangolo amoroso che però non offusca mai i temi principali, cioè ribellione, dipendenza da interdipendenza, sistema totalitario, ribellione, ecc. Più si va avanti con la trama più ci si trova imbrigliati in questo triangolo dalle mille sfaccettature. Il rapporto fra Katniss e Peeta è sviluppato egregiamente, così come quello fra Gale e Katniss. L'aver vissuto l'arena ha rotto i vari equilibri, la finzione si mescola con la realtà, la rivoluzione prende il sopravvento.
Finnick Odai, tributo del Distretto 4 salvatosi a soli 14 anni, è un personaggio che non si può non amare. Lui che sotto certi aspetti mi ha ricordato molto il carattere di Katniss, mentre sotto altri quello di Peeta.
E Cinna, come non si può affezzionarsi a Cinna e ai magnifici abiti che crea e all'affetto che mostra a Katniss.
Insomma, "La Ragazza si Fuoco" riprende molti temi del primo libro, sviluppandoli e approfondendoli. Per non parlare del colpo di scena finale, che crea nel lettore il bisogno fisiologico di leggere l'ultimo capitolo di questa gloriosa trilogia: "Il Canto della Rivolta".
Oggi vi parlo del seguito di "Hunger Games", e cioè "La Ragazza di Fuoco" (secondo capitolo della trilogia), scritto da Suzanne Collins, tradotto da S. Brogli e F. Paracchini, pubblicata da Mondadori.
Consiglio, se non avete ancora letto "Hunger Games" ma avete l'ineffrenabile voglia di leggerlo (cosa che spero voi abbiate!) non leggete questa recensione!
"Ad un certo punto, devi smettere di correre, girarti e affrontare chi ti vuole morto. La cosa più difficile è trovare il coraggio per farlo."
La 74essima edizione degli Hunger Games si è conclusa e Katniss e Peeta, ne sono usciti vincitori sebbene non in un modo consono allo show più seguito da Capitol City e da tutta Panem. Katniss dovrebbe essere sollevata, ma il rientro alla "normalità" non andrà come previsto. Dopo, la sua partecipazione agli Hunger Games molti sentimenti sono stati scossi. Il rapporto con Peeta, il suo compagno di avventura nell'Arena, ha giunto un punto di non ritorno. Gale, l'amico di sempre, è diventato freddo e distaccato nei suoi confronti. In più, il comportamento di Katniss durante lo show ha dato inizio a una rivolta, o così si mormora in giro per tutta Panem. Niente è più pericoloso di una rivoluzione per un regime didattoriale. Così, ecco che Capitol City (con precisione il Presidente Snow) si prodiga a proporre l'atto di ribellione di Katniss, come un gesto che inciti la rivolta, ma come un gesto di amore disperato e puro nei confronti di Peeta. Ora, sta a loro far credere durante il Tour a ogni cittadino dei vari distretti che il loro amore è reale e non vana illusione per aver salva la vita. Ma, il seme della rivolta ormai si è insidiato e forse per Katniss e Peeta l'incubo degli Hunger Games non è ancora finito, ma è solo appena cominciato.
Io sono follemente innamorata di questa trilogia, e devo dire che anche questo secondo libro non mi ha per nulla delusa. Anzi, è da più di un anno che tutti e tre i libri della saga di Hunger Games me li porto nel cuore. Lo stile della Collins è impeccabile e non perde opportunità per descrivere ambienti, stati d'animo e personaggi. Una scrittura scorrevole che ti entra subito nel cuore, ma che merita sempre più di una lettura per assaporare tutto ciò che è scritto "fra le righe".
Il personaggio di Katniss è veramente ben sviluppato. La sua rabbia accresce, si sviluppa, diventa più lucida senza però perdere quella passionalità che non le permette sempre di scegliere al meglio. I suoi punti deboli vengono resi più visibili. Lei è forte grazie alla sua rabbia, grazie alla vita dura che ha passato vivendo in uno dei Distretti più poveri di tutta Panem. Nel corso di questo libro, è come se la maschera che Katniss ha indossato per molto tempo venisse pian piano sciolta, per mostrare una nuova Katniss. Una Katniss, cambiata, perchè gli Hunger Games cambiano, vanno a modificare quella parte più profonda dell'essere umano.
Peeta, in questo secondo volume della trilogia, si rivela ancora una volta un abile giocatore. Lui ha la lucidità di chi pensava di non sopravvivere, e invece ce l'ha fatta. Lui è il collante di tutta l'opera della Collins. Peeta è il vero personaggio che conferisce al libro umanità. Le sue debolezze, le sue forze sono umane. La sua ribellione è spinta dal voler rimanere un essere umano. E ciò che lo rende così affascinante, in fondo è il suo modo di amare. Un amare fragile, ma che sa anche quando prendere il sopravvento. Un amare calcolatore, ma vero. Si, la forza di Peeta è la veridicità, in un mondo dove tutto è finzione. La sua verità, che sin dal primo "Hunger Games" ci racconta è ciò che permette al lettore di affezionarsi ai personaggi, di non chiudere tanto facilmente questi libri.
Ho molto apprezzato come la Collins sia riuscita a sviluppare la relazione fra Peeta, Katniss e Gale. Ponendoci davanti a un sottile triangolo amoroso che però non offusca mai i temi principali, cioè ribellione, dipendenza da interdipendenza, sistema totalitario, ribellione, ecc. Più si va avanti con la trama più ci si trova imbrigliati in questo triangolo dalle mille sfaccettature. Il rapporto fra Katniss e Peeta è sviluppato egregiamente, così come quello fra Gale e Katniss. L'aver vissuto l'arena ha rotto i vari equilibri, la finzione si mescola con la realtà, la rivoluzione prende il sopravvento.
Finnick Odai, tributo del Distretto 4 salvatosi a soli 14 anni, è un personaggio che non si può non amare. Lui che sotto certi aspetti mi ha ricordato molto il carattere di Katniss, mentre sotto altri quello di Peeta.
E Cinna, come non si può affezzionarsi a Cinna e ai magnifici abiti che crea e all'affetto che mostra a Katniss.
Insomma, "La Ragazza si Fuoco" riprende molti temi del primo libro, sviluppandoli e approfondendoli. Per non parlare del colpo di scena finale, che crea nel lettore il bisogno fisiologico di leggere l'ultimo capitolo di questa gloriosa trilogia: "Il Canto della Rivolta".
Nascondi gli occhi tristi come se ci riuscissi A parlare con se stessi non c'è poi molto da dirsi" (cit. Sembra semplice - Fedez ft JAx) È sabato...
Lettore Very Superficial, buon inizio settimana. Oggi, sono stata poco bene quindi mi sono dedicata al dolce far nulla e ho ripreso in mano vecchie letture che mi avevano colpito quando le avevo lette la prima volta.
Oggi, ti parlo di "Hunger Games" di Suzanne Collins, tradotto da F. Baracchini e S. Brogli, pubblicato da Mondadori.
Ogni anno, una ragazza e un ragazzo di età compresa fra i 12 e i 18 anni vengono estratti dai 12 distretti appartenenti a Capitol City. I ragazzi estratti dovranno affrontarsi nel Hunger Games, un show televisivo che consiste in un arena dove i 24 ragazzi si dovranno affrontare fino all'ultimo sangue. Il motto è semplice: uccidi o muori. Il giorno delle estrazioni però nel Distretto 12 succede qualcosa di mai visto prima. Una ragazza, Katiniss si offre come volontaria per partecipare agli Hunger Games. Si propone per salvare la sua sorellina Prima, di soli 12 anni, che era stata estratta al suo posto. Insieme a lei, viene estratto Peeta, un ragazzo che lavora presso il panificio del distretto. I due sono i due tributi del Distretto 12 e insieme dovranno combattere nell'arena contro altri ragazzi e bambini, per aver salva la vita. Solo uno può uscire dall'arena. Katniss, seguita da Peeta, viene catapultata in un mondo crudele, dove nulla è abbandonato al caso, dove conta lo spettacolo più che la persona. Infatti, i vari tributi possono ricevere l'aiuto necessario anche grazie ai favori del pubblico. Ciò che Capitol City non si aspetta, però è che una semplice ragazza a volte può cambiare le regole...
"Hunger Games" è il primo libro di una trilogia ideata da Suzanne Collins e che ha come protagonista Katniss. Sono molto legata a questa trilogia, la prima volta che la lessi (l'hanno scorso) mi piacque così tanto che ne parlai persino nella mia tesina per l'orale della maturità (tesina che riguardava il tema della ribellione).
La Collins ha uno stile molto scorrevole, fresco e coinvolgente. L'autrice descrive divinamente l'ambiente in cui si svolge la vicenda, il lettore, infatti, non fa alcuna fatica ad immaginarsi il Distretto 12 o l'arena. Anche la psicologia dei personaggi è ben descritta e approfondita. Ogni meccanismo di questa società distopica nel quale si trova la protagonista è minuziosamente spiegato, ciò aiuta il lettore a non perdersi fra le pagine del libro e a capire ancora meglio le scelte di Katniss o di Peeta.
L'autrice del libro ci propone temi importanti come la ribellione, la sopravvivenza, il controllo di massa da parte di un regime totalitario e l'indipendenza che si lega profondamente alla interdipendenza. "Hunger Games" è un libro che merita una lettura attenta se si vogliono snocciolare per bene tutti i punti salienti.
Ho amato il personaggio di Katniss. Finalmente, una protagonista forte, che prende scelte di petto, che si ribella a quello che le accade intorno. Insomma, un personaggio con del carattere. Notevole è anche come la Collins sia riuscita a far travedere nella forza di Katniss le sue fragilità, ciò che l'ha spinta a sacrificarsi per Prim (la sua sorellina), il legame che si crea fra lei e Rue (una bambina che è stata scelta come Tributo dal Distretto 11). La ribellione di Katnissi è quasi del tutto involontaria, data dalla rabbia più che da fini superiori e ben premeditati.
Incantevole anche il personaggio di Peeta. Lui è il vero ribelle del libro, se non di tutta la trilogia. Lui che è il ragazzo del pane e vuole rimanere tale. Che preferirebbe morire, piuttosto che diventare un feroce assassino per avere salva la vita. Peeta ha capito sin da subito la strategia del gioco. Gli Hunger Games sono uno spettacolo, se si vuole avere anche la sola minima possibilità di sopravvivenza bisogna dare qualcosa da vedere al pubblico, qualcosa per cui farsi amare.
Commovente e toccante è il personaggio di Rue, che riesce ad entrare dentro il cuore del lettore. Forse perchè su di lei, Katniss riversa quell'affetto destinato a Prim, quell'amore che l'aveva spinta a proporsi come volontaria per salvare la sorellina.
Ho trovato geniale il personaggio di Haymitch, che nel libro è l'allenatore affidato da Capitol City ai due ragazzi dei Distretto 12. Lui ha vissuto sulla sua pelle gli Hunger Games, ha lottato nell'arena e ne è uscito vincitore. Ma in realtà, ha perso tutto. Ha sviluppato una dipendenza dall'alcol, ha visto che una volta che si entra dentro l'arena non se ne può più uscire. Lui rappresenta quello che Peeta non vuole diventare. Il personaggio di Haymitch mette davanti allo spettatore che cosa significa realmente partecipare agli Hunger Games, dove una vittoria è uguale alla sconfitta.
Alcuni pezzi del libro mi hanno richiamato alla mente "1984" di Georg Orwell, ciò non ha fatto altro che accrescere la mia simpatia per il libro.
Se siete in vena di leggere dei romanzi ambientati in una società distopica, con una trama e personaggi significativi vi consiglio vivamente di leggere questo libro e i successivi ("La Ragazza di Fuoco" e "Il Canto Della Rivolta" sempre editi da Mondadori).
Oggi, ti parlo di "Hunger Games" di Suzanne Collins, tradotto da F. Baracchini e S. Brogli, pubblicato da Mondadori.
“Quando arriverà il momento sono sicuro che ucciderò come chiunque altro. Non posso darmi per vinto senza combattere. Solo continuo ad augurarmi di trovare un modo per… per dimostrare a
quelli di Capitol City che non sono una loro proprietà. Che sono più di una semplice pedina."
"Hunger Games" è il primo libro di una trilogia ideata da Suzanne Collins e che ha come protagonista Katniss. Sono molto legata a questa trilogia, la prima volta che la lessi (l'hanno scorso) mi piacque così tanto che ne parlai persino nella mia tesina per l'orale della maturità (tesina che riguardava il tema della ribellione).
La Collins ha uno stile molto scorrevole, fresco e coinvolgente. L'autrice descrive divinamente l'ambiente in cui si svolge la vicenda, il lettore, infatti, non fa alcuna fatica ad immaginarsi il Distretto 12 o l'arena. Anche la psicologia dei personaggi è ben descritta e approfondita. Ogni meccanismo di questa società distopica nel quale si trova la protagonista è minuziosamente spiegato, ciò aiuta il lettore a non perdersi fra le pagine del libro e a capire ancora meglio le scelte di Katniss o di Peeta.
L'autrice del libro ci propone temi importanti come la ribellione, la sopravvivenza, il controllo di massa da parte di un regime totalitario e l'indipendenza che si lega profondamente alla interdipendenza. "Hunger Games" è un libro che merita una lettura attenta se si vogliono snocciolare per bene tutti i punti salienti.
Ho amato il personaggio di Katniss. Finalmente, una protagonista forte, che prende scelte di petto, che si ribella a quello che le accade intorno. Insomma, un personaggio con del carattere. Notevole è anche come la Collins sia riuscita a far travedere nella forza di Katniss le sue fragilità, ciò che l'ha spinta a sacrificarsi per Prim (la sua sorellina), il legame che si crea fra lei e Rue (una bambina che è stata scelta come Tributo dal Distretto 11). La ribellione di Katnissi è quasi del tutto involontaria, data dalla rabbia più che da fini superiori e ben premeditati.
Incantevole anche il personaggio di Peeta. Lui è il vero ribelle del libro, se non di tutta la trilogia. Lui che è il ragazzo del pane e vuole rimanere tale. Che preferirebbe morire, piuttosto che diventare un feroce assassino per avere salva la vita. Peeta ha capito sin da subito la strategia del gioco. Gli Hunger Games sono uno spettacolo, se si vuole avere anche la sola minima possibilità di sopravvivenza bisogna dare qualcosa da vedere al pubblico, qualcosa per cui farsi amare.
Commovente e toccante è il personaggio di Rue, che riesce ad entrare dentro il cuore del lettore. Forse perchè su di lei, Katniss riversa quell'affetto destinato a Prim, quell'amore che l'aveva spinta a proporsi come volontaria per salvare la sorellina.
Ho trovato geniale il personaggio di Haymitch, che nel libro è l'allenatore affidato da Capitol City ai due ragazzi dei Distretto 12. Lui ha vissuto sulla sua pelle gli Hunger Games, ha lottato nell'arena e ne è uscito vincitore. Ma in realtà, ha perso tutto. Ha sviluppato una dipendenza dall'alcol, ha visto che una volta che si entra dentro l'arena non se ne può più uscire. Lui rappresenta quello che Peeta non vuole diventare. Il personaggio di Haymitch mette davanti allo spettatore che cosa significa realmente partecipare agli Hunger Games, dove una vittoria è uguale alla sconfitta.
Alcuni pezzi del libro mi hanno richiamato alla mente "1984" di Georg Orwell, ciò non ha fatto altro che accrescere la mia simpatia per il libro.
Se siete in vena di leggere dei romanzi ambientati in una società distopica, con una trama e personaggi significativi vi consiglio vivamente di leggere questo libro e i successivi ("La Ragazza di Fuoco" e "Il Canto Della Rivolta" sempre editi da Mondadori).
(Cit. Il mio professore di Metodologia Infermieristica) Alla prima lezione di filogenesi infermieristica la mia professoressa ci disse che i pazienti sono tali solo sulle cartelle, fuori dalla...