Il primo mese di Listography e io arrivo in ritardo di un giorno per scrivere il post, lo so sono pessima! Però quello che conta è che lo...
Mie amati Lettori Very Superficial, buon Lunedì! Che progetti avete per la settimana? Io solo studiare, studiare e ancora studiare!
Oggi, vi parlo di "Easy" di Tammara Webber, tradotto da M. Cozzi e pubblicato da Leggereditore.
Autrice: Tammara Webber
Titolo: Easy
Casa editrice:Leggereditore
Quando Jacqueline, a discapito dei propri sogni di musicista, seguì il suo fidanzato storico al college non si immaginava di essere scaricata all'inizio del secondo anno accademico. Una rottura che la vide scartata anche dalle compagnie dell'università, che volenti o dolenti si vedono costretti a schierarsi dalla parte di uno dei due. Una sera, dopo essere andata via prima della sua compagna di stanza da una festa, Jacqueline viene aggredita da Buck, un ragazzo che frequenta la stessa confraternita del suo ex fidanzato. Ma per sua fortuna, a salvarla arriva un misterioso sconosciuto che si trovava nel posto giusto al momento giusto. Ora, Jacqueline vuole solo dimenticare quella orribile notte che dentro l'ha cambiata più di quanto lei stessa potesse immaginare. Peccato che, dopo due settimane da quella notte al suo rientro a lezione durante l'ora di economia seduto nei banchi infondo vi è proprio Lucas, il ragazzo che l'ha salvata dallo stupro quella sera. Fra i due ha inizio una strana storia, dove nessuno dei due sa se potersi fidare o no dell'altro.
"Easy" è un libro che fa parte del genere Young Adult, genere che sta spopolando ultimamente. Il titolo è il ritratto del libro. "Easy" è un libro facile da leggere, alcune volte quasi irritanto per la sua facilità. La Webber prova a trattare temi importanti come lo stalking, lo stupro e le molestie sessuali, senza però riuscire ad approfondire realmente tali argomenti. Senza riuscire a dargli il giusto spessore, rendendo l'intera trama vuota e a volte ridicola.
Il personaggio di Jacqueline, così come quello di Lucas, è piatto senza grandi dinamiche sentimentali. Anche il modo in cui si svolge la storia è del tutto prevedibile e non emozionante o coinvolgente.
Insomma, "Easy" è un libro che non mi sento di consigliarvi se non come lettura da ombrellone.
Oggi, vi parlo di "Easy" di Tammara Webber, tradotto da M. Cozzi e pubblicato da Leggereditore.
Autrice: Tammara Webber
Titolo: Easy
Casa editrice:Leggereditore
Collana: Narrativa
Pagine: 299
Prezzo libro cartaceo: € 12,00
Pagine: 299
Prezzo libro cartaceo: € 12,00
Prezzo Ebook: € 3,49
"L'amore non è assenza di logica, ma la logica riesaminata e ricalcolata. Riscaldata e curvata per adattarsi ai contorni del cuore..."
"Easy" è un libro che fa parte del genere Young Adult, genere che sta spopolando ultimamente. Il titolo è il ritratto del libro. "Easy" è un libro facile da leggere, alcune volte quasi irritanto per la sua facilità. La Webber prova a trattare temi importanti come lo stalking, lo stupro e le molestie sessuali, senza però riuscire ad approfondire realmente tali argomenti. Senza riuscire a dargli il giusto spessore, rendendo l'intera trama vuota e a volte ridicola.
Il personaggio di Jacqueline, così come quello di Lucas, è piatto senza grandi dinamiche sentimentali. Anche il modo in cui si svolge la storia è del tutto prevedibile e non emozionante o coinvolgente.
Insomma, "Easy" è un libro che non mi sento di consigliarvi se non come lettura da ombrellone.
Bella gente, buona notte! Lo so, lo so, arrivo in ritardo per scrivere il post settimanale di Listography, ma vi ricordo che qui vige la regola che fino...
"Elogio allo Scarto e alla Resistenza" di M.Grazia Contini
- 00:25:00
- By Federica R
- 4 Comments
Lettori Very Superficial, buon inizio settimana! Come avete passato questo Lunedì? Io molto bene, ho dato un esame che è andato molto bene e mi ha dato molte soddisfazioni personali.
Oggi vi parlo di un saggio che dovetti studiare per dare un esame di pedagogia qualche settimana fa, e che dopo le prime 10 pagine ho iniziato a leggere con passione e amore dimenticandomi (in parte che fossi "costretta" a leggerlo).
"Elogio allo Scarto e alla Resistenza" di M.Grazia Contini e pubblicato da CLUEB.
Autrice: M.Grazia Contini
Titolo: Elogio allo Scarto e alla Resistenza
Scarto e Resistenza, non sono semplici parole. Scarto e Resistenza possono essere anche persone. Persone che per le loro idee, per quello che sono, per la loro salute, per il loro corpo o per le loro credenze sono scartati dalla società, messi in un angolo, denaturizzati della loro dignità e umanità. Scarto che ha un cuore che palpita, elogiato nella sua diversità, nel suo non essere uguale agli altri ma non per questo sbagliato, perché la diversità non è un errore. Resistenza che è una lotta contro la "normalità" standardizzata, che esclude il resto, che si impone eliminando (o più precisamente) scartando tutto ciò che è "diverso". "Elogio allo Scarto e alla Resistenza" è un saggio che mira a fare riflettere il lettore su se stesso e su ciò che lo circonda, che invita ogni essere vivente nella accettazione del prossimo, del diverso, di chi lotta e nel comprendere anche la propria responsabilità personale nella solidarietà con il prossimo.
Esistono libri che ti scavano dentro l'anima, che sembrano quasi in grado di cambiarti le ossa e il metabolismo. Io sono capitata nella lettura di "Elogio allo Scarto e alla Resistenza" per doveri universitari, ma sono bastate poche pagine per rendermi conto della fortuna che ho avuto nel dover leggere questo saggio di natura filosofica e pedagogica.
M. Grazia Contini indaga con molto tatto ed estremo che cosa significhi "essere scarto" ed "essere resistenza", analizzando una società e un educazione pedagogica che tende ad appiattire quelle diversità che ci rendono unici e irripetibili.
Impossibile immergersi in questa lettura senza non finire ad analizzare se stessi e i propri rapporti con ciò che ci è "estraneo". Ed è proprio attraverso la riflessione su se stessi e sul proprio modo di vedere e percepire il mondo, che si può capire in che modo scattano quei meccanismi che ci fanno considerare certe situazioni in un modo o in un altro. Solo conoscendo i propri modi di percepire il mondo, si può andare oltre essi e aprirsi al mondo e quindi all'altro.
Un saggio che è un piccolo tesoro che non fa altro che arricchirci internamente. Vi consiglio vivamente di leggerlo, soprattutto se in prima persona siete coinvolti in responsabilità pedagogiche nei confronti altrui.
Oggi vi parlo di un saggio che dovetti studiare per dare un esame di pedagogia qualche settimana fa, e che dopo le prime 10 pagine ho iniziato a leggere con passione e amore dimenticandomi (in parte che fossi "costretta" a leggerlo).
"Elogio allo Scarto e alla Resistenza" di M.Grazia Contini e pubblicato da CLUEB.
Autrice: M.Grazia Contini
Titolo: Elogio allo Scarto e alla Resistenza
Casa editrice: CLUEB
Collana: Studi e Ricerche sulla Formazione. Saggi
Pagine: 145
Prezzo libro cartaceo: € 12,75
Collana: Studi e Ricerche sulla Formazione. Saggi
Pagine: 145
Prezzo libro cartaceo: € 12,75
Prezzo Ebook: Non disponibile
Esistono libri che ti scavano dentro l'anima, che sembrano quasi in grado di cambiarti le ossa e il metabolismo. Io sono capitata nella lettura di "Elogio allo Scarto e alla Resistenza" per doveri universitari, ma sono bastate poche pagine per rendermi conto della fortuna che ho avuto nel dover leggere questo saggio di natura filosofica e pedagogica.
M. Grazia Contini indaga con molto tatto ed estremo che cosa significhi "essere scarto" ed "essere resistenza", analizzando una società e un educazione pedagogica che tende ad appiattire quelle diversità che ci rendono unici e irripetibili.
Impossibile immergersi in questa lettura senza non finire ad analizzare se stessi e i propri rapporti con ciò che ci è "estraneo". Ed è proprio attraverso la riflessione su se stessi e sul proprio modo di vedere e percepire il mondo, che si può capire in che modo scattano quei meccanismi che ci fanno considerare certe situazioni in un modo o in un altro. Solo conoscendo i propri modi di percepire il mondo, si può andare oltre essi e aprirsi al mondo e quindi all'altro.
Un saggio che è un piccolo tesoro che non fa altro che arricchirci internamente. Vi consiglio vivamente di leggerlo, soprattutto se in prima persona siete coinvolti in responsabilità pedagogiche nei confronti altrui.
Bella gente, lo so che tecnicamente è già Sabato ma da me (nel mio fantastico mondo) non è il giorno seguente fino a che non si va a...
"La vita ha il significato che ha sempre avuto. È la stessa di prima.Che cosa è la morte se non un incidente insignificante?
- 12:15:00
- By Federica R
- 4 Comments
Dovrei essere dimenticato solo perché non mi si vede? Sto solo aspettandoti, è un intervallo di tempo (...) Va tutto bene." ( Pastore Henry Scott Holland 1910) Oggi,...
Lettori Very Superficial, Buon Lunedì! :) Ed eccomi che come promesso son qui a scrivere una recensione di Lunedì :) Yuppyyy!
Oggi vi parlo di "Ragazze di Riad" di Alsanea Rajaa, tradotto da V. Colombo e B.M Smiths-Jacob, pubblicato da Mondadori.
Autrice: Alsanea Rajaa
Titolo: Ragazze di Riad
Per rendere giustizia al libro vi incollo la recensione ufficiale.
"Quattro giovani studentesse universitarie, di famiglie ricche e privilegiate, alla ricerca del vero amore. La città in cui vivono, però, è Riad, capitale dell'Arabia Saudita, e la società nella quale si muovono impone loro un numero infinito di regole e comportamenti, spesso dettati dalla famiglia o dalla comunità che non tengono in considerazione i loro desideri. Attraverso resoconti di un'anonima narratrice, che invia i propri scritti via internet, l'unico mezzo di comunicazione privata possibile, prendono forma le storie di Qamra, in continua lotta contro le tradizioni familiari e contro la propria debolezza; di Michelle, per metà araba e per metà americana, incapace di sopportare le restrizioni della società saudita e per questo vittima della maldicenza; di Sadim, ferita da un amore che la condizionerà per la vita; e di Lamis, forte e determinata a conquistare sia l'uomo di cui si è innamorata sia la libertà in un altro paese. Ragazze che condividono la medesima estrazione ma che hanno desideri e caratteri differenti, e per questo riescono a creare una loro piccola comunità, a farsi forza l'una con l'altra, a imparare dagli errori altrui in un contesto che ne permette pochissimi a chi cerca l'indipendenza. Opera di una studentessa venticinquenne, "Ragazze di Riad" è un romanzo incredibilmente onesto sulla condizione femminile in una società come quella saudita, e per questo ha subito forti censure in patria. Ma è anche, e soprattutto, un racconto sulla ricerca dell'amore a tutti i costi".
"Ragazze di Riad" è un libro che parla di amore e della ricerca di esso da parte di 4 ragazze dell'alta società saudita. Ma il libro, scritto in forma di continue email da parte di una fonte anonima e amica delle 4 protagoniste, tratta soprattutto (in maniera molto leggera, frizzante e toccante) l'essere donne e il sentire l'amore.
Alsanea Rajaa ci parla della società Saudita, dei matrimoni combinati, delle discriminazioni sociali che subiscono le donne e dell'autorità assoluta che hanno gli uomini della famiglia.
Non vi voglio troppo sbilanciare nel parlarvene visto che recensire questo libro vuol dire anche spoileraro.
Quel che posso dirvi è che "Ragazze di Riad" è un libro che mette in evidenza come l'essere donne vada oltre la società di provenienza, il paese di origine e le credenze, essere donne prima di tutto vuol dire essere umani.
Oggi vi parlo di "Ragazze di Riad" di Alsanea Rajaa, tradotto da V. Colombo e B.M Smiths-Jacob, pubblicato da Mondadori.
Autrice: Alsanea Rajaa
Titolo: Ragazze di Riad
Casa editrice: Mondadori
Collana: Oscar Grandi Bestseller
Pagine: 319
Prezzo libro cartaceo: € 12,00
Collana: Oscar Grandi Bestseller
Pagine: 319
Prezzo libro cartaceo: € 12,00
Prezzo Ebook: € 6,00
“Quanto all’amore lotterà ancora per spuntare in Arabia Saudita . Si
può percepire nei sospiri degli uomini annoiati seduti da soli nei
caffè, negli occhi delle donne velate che camminano per le strade, nelle
linee telefoniche che, dopo mezzanotte, sbocciano alla vita, nelle
canzoni tristi , troppo numerose per essere contate, scritte dalle
vittime dell’amore non sanzionato dalla famiglia, dalla tradizione,
dalla città: Riad.”
Per rendere giustizia al libro vi incollo la recensione ufficiale.
"Quattro giovani studentesse universitarie, di famiglie ricche e privilegiate, alla ricerca del vero amore. La città in cui vivono, però, è Riad, capitale dell'Arabia Saudita, e la società nella quale si muovono impone loro un numero infinito di regole e comportamenti, spesso dettati dalla famiglia o dalla comunità che non tengono in considerazione i loro desideri. Attraverso resoconti di un'anonima narratrice, che invia i propri scritti via internet, l'unico mezzo di comunicazione privata possibile, prendono forma le storie di Qamra, in continua lotta contro le tradizioni familiari e contro la propria debolezza; di Michelle, per metà araba e per metà americana, incapace di sopportare le restrizioni della società saudita e per questo vittima della maldicenza; di Sadim, ferita da un amore che la condizionerà per la vita; e di Lamis, forte e determinata a conquistare sia l'uomo di cui si è innamorata sia la libertà in un altro paese. Ragazze che condividono la medesima estrazione ma che hanno desideri e caratteri differenti, e per questo riescono a creare una loro piccola comunità, a farsi forza l'una con l'altra, a imparare dagli errori altrui in un contesto che ne permette pochissimi a chi cerca l'indipendenza. Opera di una studentessa venticinquenne, "Ragazze di Riad" è un romanzo incredibilmente onesto sulla condizione femminile in una società come quella saudita, e per questo ha subito forti censure in patria. Ma è anche, e soprattutto, un racconto sulla ricerca dell'amore a tutti i costi".
"Ragazze di Riad" è un libro che parla di amore e della ricerca di esso da parte di 4 ragazze dell'alta società saudita. Ma il libro, scritto in forma di continue email da parte di una fonte anonima e amica delle 4 protagoniste, tratta soprattutto (in maniera molto leggera, frizzante e toccante) l'essere donne e il sentire l'amore.
Alsanea Rajaa ci parla della società Saudita, dei matrimoni combinati, delle discriminazioni sociali che subiscono le donne e dell'autorità assoluta che hanno gli uomini della famiglia.
Non vi voglio troppo sbilanciare nel parlarvene visto che recensire questo libro vuol dire anche spoileraro.
Quel che posso dirvi è che "Ragazze di Riad" è un libro che mette in evidenza come l'essere donne vada oltre la società di provenienza, il paese di origine e le credenze, essere donne prima di tutto vuol dire essere umani.
Bella gente, mentre gironzolavo fra i miei blog preferiti sono capitata in un post scritto dalla mitica Mareva dal titolo "Listography #1" e non potevo che non copiarle...
"Il Rumore dei Tuoi Passi" di Valentina D'Urbano
- 21:33:00
- By Federica R
- 74 Comments
Lettori Very Superficial, buona sera! :) Sono tornata o almeno ci provo. Lo so, ultimamente vi ho abbandonati, ma l'università e la mia vita mi stanno prendendo tutto il tempo a disposizione. Vi leggo sempre però, anche quelle volte che presa dalla pigrizia o dalla stanchezza non vi commento. Spero abbiate passato delle buone vacanze, riposandovi, ingrassando e divertendovi.
La rubrica "Lettore Very Superficial" rimarrà sempre al Lunedì (ogni volta che mi sarà possibile e spero che lo sia sempre o almeno spesso). Vi chiederete: "Perché sta psicopatica, allora, ci scrive di Venerdì?". Domanda legittima, la risposta è perché ho letto un libro che mi ha colpito così tanto che non potevo non parlarvene subito.
Oggi, vi parlerò del libro "Il Rumore dei Tuoi Passi" di Valentina D'Urbano, pubblicato da Longanesi.
Autrice: Valentina D'Urbano
I gemelli li chiamavano, Alfredo e Beatrice, uniti non dal sangue ma dalla vita. Uguali eppure così diversi. Cresciuti entrambi nella "Fortezza" uno dei quartieri più degradati della città per quelli di fuori, ma per loro casa. Una casa degli orrori nei quali riecheggiavano le loro risate di bambini. Ma ora non sono più bambini, Beatrice ha 21 anni e Alfredo non c'è più. Ma la loro storia è scritta nella mura della "Fortezza", la loro storia Beatrice la racconta, perché anche "il più povero dei poveracci merita di avere una storia".
Ho letto "Il Rumore dei Tuoi Passi" in una nottata, tutto d'un fiato, senza nemmeno una pausa. Sono stata stregata dalla storia di Beatrice e Alfredo, dalla bravura devastante di una giovane autrice capace di descrivere nella maniera più fisiologica e delicatamente forte una realtà che dai più è definita "degradante".
Valentina D'Urbano è una giovane promessa della narrativa italiana ed è impossibile non rimanere stregati davanti alle sue parole. Ha una scrittura complessa, fredda e ben calcolata. E nella lucidità e durezza delle sue parole il lettore viene stregato, intrappolato e coinvolto. I dialoghi sono pochi ma essenziali. Il lettore si trova davanti a un monologo interiore, al fiume di sentimenti ed emozioni che prova la protagonista.
I protagonisti sono Beatrice e Alfredo, un Alfredo che è presente nel modo in cui Beatrice l'ha vissuto e visto. Un Alfredo che non conosceremo mai realmente affondo, se non nel modo in cui Beatrice l'ha conosciuto. Siamo davanti a un amore nato per caso, nato nell'odio, che forse amore non è mai stato oppure lo è sempre stato nel suo essere disfatto, pronto a sgretolarsi al minimo contatto con la vita. L'amore di Beatrice e Alfredo negato, mai dichiarato, così fermo a loro due soli, così lontano dalla vita ma così vicino alla distruzione e all'autodistruzione.
Glaciale è l'ambiente dove si sviluppa la vicenda: "La Fortezza". Un ambiente ristagnante, chiuso al mondo esterno, un microsistema escluso dalla societa esterna e che a sua volta esclude il mondo esterno. "La Fortezza" è il luogo dove girano spacciatori, dove le case sono occupate con la forza, dove accadono omicidi e risse, dove i bambini smettono di andare a scuola finite le elementari. Un luogo dove nessun bambino dovrebbe crescere, un posto dove bambini solo alla nascita perché adulti lo si diventa in fretta, prima del tempo quando per il mondo esterno si dovrebbe ancora essere creature innocenti. "La Fortezza" segna, ma paradossalmente protegge colore che ci crescono. Sotto questo aspetto la mia mente ha richiamato la "teoria dell'ostrica" di Verga. Una volta che ci si allontana dal proprio luogo di nascita, dal proprio porto sicuro, ogni volta che qualcuno prova a fuggire dalla propria condizione aspirando attraverso il progresso a qualcosa di migliore, ecco che accade una tragedia. E l'equilibrio già precario che vi è fra Alfredo e Beatrice viene incrinato, quando Beatrice esce dalla "Fortezza". La rottura di quell'equilibrio sarà l'inizio della fine. Valentina D'Urbano ci racconta la storia di due perdenti e di un amore destinato a seguire la loro natura. Siamo davanti agli sconfitti della società, davanti a coloro che ciò che provano è tutto ciò che hanno ma va posto in secondo piano, perché ogni energia va spesa per la sopravvivenza.
Io vi consiglio fortemente di leggere "Il Rumore dei Tuoi Passi", che è uno di quel libro capace di scavare nell'anima e di colpire dritto allo stomaco.
La rubrica "Lettore Very Superficial" rimarrà sempre al Lunedì (ogni volta che mi sarà possibile e spero che lo sia sempre o almeno spesso). Vi chiederete: "Perché sta psicopatica, allora, ci scrive di Venerdì?". Domanda legittima, la risposta è perché ho letto un libro che mi ha colpito così tanto che non potevo non parlarvene subito.
Oggi, vi parlerò del libro "Il Rumore dei Tuoi Passi" di Valentina D'Urbano, pubblicato da Longanesi.
Autrice: Valentina D'Urbano
Titolo: Il Rumore Dei Tuoi Passi
Casa editrice: Longanesi
Collana: La Gaja Scienza
Pagine: 319
Prezzo libro cartaceo: € 14,90
Collana: La Gaja Scienza
Pagine: 319
Prezzo libro cartaceo: € 14,90
Prezzo Ebook: € 6,99
"Io lo so che Alfredo non era buono, che non lo amava nessuno.
Perchè se hai qualcuno che ti ama, non corri il rischio di morire solo come un cane.
Se hai qualcuno che ti ama, forse ti salvi."
I gemelli li chiamavano, Alfredo e Beatrice, uniti non dal sangue ma dalla vita. Uguali eppure così diversi. Cresciuti entrambi nella "Fortezza" uno dei quartieri più degradati della città per quelli di fuori, ma per loro casa. Una casa degli orrori nei quali riecheggiavano le loro risate di bambini. Ma ora non sono più bambini, Beatrice ha 21 anni e Alfredo non c'è più. Ma la loro storia è scritta nella mura della "Fortezza", la loro storia Beatrice la racconta, perché anche "il più povero dei poveracci merita di avere una storia".
Ho letto "Il Rumore dei Tuoi Passi" in una nottata, tutto d'un fiato, senza nemmeno una pausa. Sono stata stregata dalla storia di Beatrice e Alfredo, dalla bravura devastante di una giovane autrice capace di descrivere nella maniera più fisiologica e delicatamente forte una realtà che dai più è definita "degradante".
Valentina D'Urbano è una giovane promessa della narrativa italiana ed è impossibile non rimanere stregati davanti alle sue parole. Ha una scrittura complessa, fredda e ben calcolata. E nella lucidità e durezza delle sue parole il lettore viene stregato, intrappolato e coinvolto. I dialoghi sono pochi ma essenziali. Il lettore si trova davanti a un monologo interiore, al fiume di sentimenti ed emozioni che prova la protagonista.
I protagonisti sono Beatrice e Alfredo, un Alfredo che è presente nel modo in cui Beatrice l'ha vissuto e visto. Un Alfredo che non conosceremo mai realmente affondo, se non nel modo in cui Beatrice l'ha conosciuto. Siamo davanti a un amore nato per caso, nato nell'odio, che forse amore non è mai stato oppure lo è sempre stato nel suo essere disfatto, pronto a sgretolarsi al minimo contatto con la vita. L'amore di Beatrice e Alfredo negato, mai dichiarato, così fermo a loro due soli, così lontano dalla vita ma così vicino alla distruzione e all'autodistruzione.
Glaciale è l'ambiente dove si sviluppa la vicenda: "La Fortezza". Un ambiente ristagnante, chiuso al mondo esterno, un microsistema escluso dalla societa esterna e che a sua volta esclude il mondo esterno. "La Fortezza" è il luogo dove girano spacciatori, dove le case sono occupate con la forza, dove accadono omicidi e risse, dove i bambini smettono di andare a scuola finite le elementari. Un luogo dove nessun bambino dovrebbe crescere, un posto dove bambini solo alla nascita perché adulti lo si diventa in fretta, prima del tempo quando per il mondo esterno si dovrebbe ancora essere creature innocenti. "La Fortezza" segna, ma paradossalmente protegge colore che ci crescono. Sotto questo aspetto la mia mente ha richiamato la "teoria dell'ostrica" di Verga. Una volta che ci si allontana dal proprio luogo di nascita, dal proprio porto sicuro, ogni volta che qualcuno prova a fuggire dalla propria condizione aspirando attraverso il progresso a qualcosa di migliore, ecco che accade una tragedia. E l'equilibrio già precario che vi è fra Alfredo e Beatrice viene incrinato, quando Beatrice esce dalla "Fortezza". La rottura di quell'equilibrio sarà l'inizio della fine. Valentina D'Urbano ci racconta la storia di due perdenti e di un amore destinato a seguire la loro natura. Siamo davanti agli sconfitti della società, davanti a coloro che ciò che provano è tutto ciò che hanno ma va posto in secondo piano, perché ogni energia va spesa per la sopravvivenza.
Io vi consiglio fortemente di leggere "Il Rumore dei Tuoi Passi", che è uno di quel libro capace di scavare nell'anima e di colpire dritto allo stomaco.